venerdì 26 febbraio 2010

Muhammad Ali III


Stile di Combattimento

Lo stile di combattimento di Ali era molto particolare: nonostante fosse agilissimo aveva anche una grande potenza, testimoniato dai molti KO inflitti ai suoi avversari (circa il 60% delle sue vittorie totali). Muhammad Ali martellava a distanza l'avversario con i suoi diretti e montanti.

Vita Privata

Ali nella sua vita si sposò quattro volte ed ebbe sette figlie e due figli. Era debole in fatto di donne: si sposò la prima volta con Sonji Roi nel 1964, una donna conosciuta solo un mese prima, ed ebbe due figlie da relazioni extra-coniugali: Miya e Kualiah. Muhammad e Sonji divorziarono nel 1966 perché lei rifiutava di mettere il velo islamico. Nel 1967 Ali si sposò con Belinda Boyd, una ragazza di otto anni più giovane. Ebbero quattro figli: Maryum, nata nel 1968, Jamillah e Liban, nate entrambe nel 1970 e Muhammad Ali Jr., nato nel 1972.

Nel 1976 i due divorziarono, a causa di una relazione tra Ali e Veronica Porsche, un'attrice e modella e nel 1977 il pugile sposò Veronica ed insieme ebbero due figlie, Hana, nata un paio di anni prima, e Laila, nata nel Dicembre del '77, che divenne un'eccellente pugile professionista e si laureò campionessa mondiale dei pesi Supermedi nel 2002. Si ritirò nel 2006 da imbattuta, vincendo tutti i 24 incontri disputati, di cui 21 per KO.

Nel 1986 Muhammad e Veronica divorziarono e alla fine di quell'anno l'ex-campione si sposò con Yolanda 'Lonnie' Ali, la figlia di due vecchi amici dei suoi genitori. Un anno dopo adottarono un bambino di nome Asaad Amin.


Curiosità

  • In un'intervista rilasciata al giornale "Selezione Reader's Digest" nel settembre 2002, all'inviato speciale Bingham così Alì rispose:

Muhammad significa degno di lode, e Alì significa altissimo. Clay significa creta, polvere.[5]

  • Il personaggio cinematografico Apollo Creed, appartenente alla saga dei film di Rocky, è modellato a immagine e somiglianza di Ali: infatti lo stile di combattimento di Apollo è identico a quello del pugile da cui è ispirato, cioè un mix di agilità e potenza e a quanto pare, naturalmente in senso fittizio, Apollo ha affrontato Ali e lo ha sconfitto per KO, come è citato in Rocky IV:-Ho incontrato i migliori battendoli tutti!. Anche lo stile canzonatorio e provocatorio di Apollo Creed durante le conferenze e prima del match sembra imitare quello di Ali.
  • Alì veniva chiamato sul ring Il migliore di tutti i tempi e Il labbro di Louisville per la valanga d'insulti che l'afroamericano lanciava sui suoi avversari sia in conferenza stampa che sul ring.
  • Alì è recentemente comparso in Fight Night Round 4 titolo per Xbox 360 e Playstation 3 come personaggio giocabile.
  • Il famoso match di Kinshasa del 1974, col quale riconquistò il titolo mondiale a spese di George Foreman, per motivi ancora oggi sconosciuti (gennaio, 2010) non venne trasmesso in diretta dalla RAI, che all'epoca possedeva due canali e non tre. A farlo, in lingua italiana, fu Tele Capodistria (emittente, oggi slovena, al tempo jugoslava). La telecronaca ebbe luogo intorno alle 3 di notte con telecronistaSandro Damiani.
fonte: www.wikipedia.it

giovedì 25 febbraio 2010

Muhammad Ali II


Nel 1971 tornò sul ring vincendo con Jerry Quarry, poi perse contro il detentore del titolo dei massimi Joe Frazier in quello che è ricordato come "l'incontro del secolo".

Il 30 ottobre 1974 riconquistò il titolo mondiale battendo per KO George Foreman a Kinshasa, Zaire (ricordato nel film-documentario Quando eravamo re). Ali vinse l'incontro grazie ad una tattica che nessuno avrebbe mai pensato che attuasse; persino i suoi allenatori erano increduli e non si capacitavano. Il Campione si incollò alle corde per 8 riprese, facendo sfogare tutta la potenza di cui disponeva Foreman contro un bersaglio inaspettatamente "elastico" costituito dal corpo di Alì e le corde del ring; pur venendo colpito da pugni micidiali l'azione elastica delle corde attenuava la potenza dei colpi di Foreman. Quando, verso la fine dell'ottavo round, si accorse che Foreman era stremato, Ali sferrò una serie di jab e uppercut che fecero crollare il rivale al tappeto per il conteggio finale. Fu una vittoria memorabile.

Prima dell'incontro con Foreman si tenne anche la rivincita tra Ali e Frazier. Ai punti dopo 12 riprese vinse Ali. Il primo ottobre del 1975 Ali affrontò Frazier per la terza ed ultima volta, mettendo in palio il suo titolo mondiale, per stabilire chi dei due fosse definitivamente il più forte. L'incontro si tenne a Manila nelle Filippine e fu denominato "Thrilla in Manila". Fu un match drammatico che vide i pugili combattere con enorme ardore, senza risparmiarsi un istante. Prima dell'inizio della quindicesima ed ultima ripresa l'allenatore di Frazier ritirò il suo atleta, vedendolo letteralmente distrutto dai jab di Ali. Lo stesso Ali dichiarò che non avrebbe mai saputo se fosse stato in grado di continuare l'incontro qualora Frazier non si fosse ritirato. Comunque al momento del ritiro del rivale, il Campione era in vantaggio ai punti. Ancora oggi, per la rara bellezza tecnica e per l'enorme coraggio dimostrato da questi due immensi campioni, questo è ritenuto da molti il più grande incontro di tutti i tempi.

La sua boxe basata sul movimento di gambe resta inimitabile per qualsiasi pugile di categoria "pesante". Di lui si disse: "Vola come una farfalla e punge come un'ape", per sottolineare la leggerezza dei suoi movimenti, coadiuvata da una tecnica sopraffina.

Dal 1976 la velocità di Ali cominciò a diminuire, probabilmente causato dall'avanzare dell'età, e dal 1977 non riuscì più a mettere KO i suoi avversari. Un segnale dell'evidente declino di Ali fu la vittoria unanime ai punti (anche se molto deludente) contro Alfredo Evangelista, un pugile poco dotato.

Nel 1977 Ali affrontò Earnie Shavers, battendolo per decisione unanime ai punti in un incontro spettacolare, in cui il campione fu messo al tappeto alla quattordicesima ripresa da un potente gancio destro di Shavers. Ali dichiarò in seguito che Shavers fu il più potente pugile che il campione di Louisville abbia mai affrontato. In molti attribuiscono la malattia che qualche anno dopo colpì Ali alla violenza di tale incontro descritto sopra.

Nel 1978 perse il titolo per decisione non unanime ai punti contro Leon Spinks, il quale perse subito dopo il titolo WBC per essersi rifiutato di combattere contro Ken Norton, a quel tempo il contendente numero uno per il titolo unificato. Ali vinse per decisione unanime ai punti la rivincità contro Spinks, riottenendo il titolo WBA, ma subito dopo annuciò il suo ritiro.

Ritornò nel 1980 per tentare di riconquistare il titolo WBC contro Larry Holmes, ma perse per getto della spugna alla decima ripresa. Combatté per l'ultima volta l'11 dicembre 1981 contro Trevor Berbick e perse per decisione unanime ai punti dopo dieci round. In quel combattimento Ali apparve molto lento nei movimenti e il suo allenatore Angelo Dundeedisse che lui parlava più lentamente del solito: erano chiari sintomi del Morbo di Parkinson. Su 61 incontri ha un record di 56 vittorie, 37 delle quali per KO. Ha perso per KO una sola volta.

Ritiratosi definitivamente dall'attività agonistica nel 1981, nel 1984 gli fu definitivamente diagnosticato il morbo di Parkinson e ha commosso e stupito il mondo apparendo come ultimo tedoforo alle Olimpiadi di Atlanta del 1996; in quell'occasione gli fu anche riconsegnata la medaglia d'oro vinta a Roma nel 1960, poiché si narra che abbia gettato l'originale in un fiume come plateale gesto di protesta verso il suo Paese e la perdurante discriminazione razziale che, al suo ritorno in patria dopo i fasti romani, portò un ristoratore a rifiutarsi di servirlo appunto perché nero.

Muhammad Ali è stato oggetto della biografia di Michael Mann nel film Alì del 2001. Il film racconta la vita del pugile (interpretato da Will Smith) dal match che gli valse per la prima volta il titolo mondiale dei pesi massimi fino alla riconquista, a Kinshasa nello Zaire, nel 1974 contro George Foreman.

Nel 2005 Muhammad Ali è stato insignito della Medaglia della pace Otto Hahn (in oro) della Deutsche Gesellschaft für die Vereinten Nationen (DGVN) a Berlino (Società Tedesca per le Nazioni Unite). Il 9 novembre 2005 ha ricevuto la più alta onorificenza civile statunitense dal Presidente George W. Bush: la Medaglia presidenziale della libertà.


fonte:www.wikipedia.it

mercoledì 24 febbraio 2010

Muhammad Ali I


Muhammad Ali (nato Cassius Marcellus Clay Jr.; Louisville, 17 gennaio 1942) è un ex pugile statunitense, tra i più famosi e apprezzati sportivi della storia.

Ha vinto l'oro Olimpico ai Giochi di Roma nel 1960, come pugile professionista ha detenuto il titolo mondiale dei pesi massimi dal 1964 al 1967, dal 1974 al 1978 e per un'ultima breve parentesi ancora nel 1978.

Muhammad Ali è noto anche per la sua conversione all'Islam e per avere rifiutato di combattere nella Guerra del Vietnam. Attualmente affetto dal Morbo di Parkinson, dopo il suo ritiro dal mondo sportivo Ali si è distinto per le sue azioni umanitarie per le quali gli è valsa la candidatura come Premio Nobel per la Pace nel 2007.


Riconoscimenti


Fu eletto Fighter of the year (pugile dell'anno) dalla rivista americana Ring Magazine nel1963, 1972, 1974, 1975 e 1978.

Match dichiarati Ring Magazine fight of the year:

  • 1963 - Cassius Clay W 10 Doug Jones
  • 1964 - Muhammad Ali KO 7 Sonny Liston I — vedi Muhammad Ali versus Sonny Liston
  • 1971 - Joe Frazier W 15 Muhammad Ali I — vedi Fight of the Century
  • 1974 - Muhammad Ali KO 8 George Foreman — vedi The Rumble in the Jungle
  • 1975 - Muhammad Ali KO 14 Joe Frazier III — vedi Thrilla in Manila
  • 1978 - Leon Spinks W 15 Muhammad Ali I

La International Boxing Hall of Fame lo ha riconosciuto fra i più grandi pugili di ogni tempo.

Detiene anche i prestigiosi allori di Sportman Of The Century per Sports Illustrated,Miglior Peso Massimo di sempre per The Ring e secondo miglior pugile di sempre perESPN.com.

Oltre a questi riconoscimenti in campo pugilistico, è stato scelto dalla rivista TIME come una delle 100 persone più influenti del XX Secolo nella categoria Heroes And Icons, unico sportivo insieme a Pelè e Bruce Lee, è inoltre uno dei pochi sportivi americani ad aver ricevuto la Medaglia presidenziale della libertà.

In un sondaggio condotto dal sito internet del mensile Focus Storia, Muhammad Ali è stato eletto “Sportivo del Novecento”


Biografia


Figlio di un pittore d'insegne e di una donna di religione cristiana battista, campione mondiale dei massimi, poeta e uomo di spirito, difensore dei diritti dei neri, obiettore di coscienza, filantropo, padre ed ora sette volte nonno, i ruoli che ha impersonato e le cause che ha abbracciato rimangono parte di lui, e standogli accanto si possono vedere e sentire tutti.

Nato a Louisville Kentucky, USA il 17 gennaio del 1942, a 12 anni inizia a frequentare la palestra Columbia, dove mette in mostra il suo talento. Dopo una brillante carriera da dilettante si mise in luce alle Olimpiadi di Roma del 1960 conquistando l'oro nella categoria dei pesi mediomassimi.

Nel 1961 passò al professionismo e batté Lamar Clark per KO e poi Doug Jones. Il 25 febbraio 1964 aMiami conquistò per la prima volta la corona di Campione del Mondo dei pesi massimi, battendo il campione in carica Sonny Liston per abbandono all'inizio dell' ottava ripresa.

Il giorno dopo la conquista del titolo, nel 1964 Clay si convertì alla fede musulmana, aderì alla Nation of Islam e cambiò il suo nome in Muhammad Ali. Rifiutato dalle principali sedi pugilistiche americane e da Las Vegas, il match di rivincita con Liston si disputò nel 1965 a Lewinston nel Maine.

Dopo appena un minuto il campione del mondo colpì l'avversario con un colpo d'incontro apparentemente innocuo, passato alla storia come il cosiddetto pugno fantasma (the phantom punch). Liston rimase al tappeto apparentemente tramortito; Clay sembrò consapevole di non aver colpito così duramente lo sfidante e lo invitò con veemenza ad alzarsi per continuare il combattimento. Secondo gli esperti che hanno visionato al rallentatore la ripresa, il colpo di Clay, assestato da brevissima distanza e quasi invisibile, sembra aver colpito la tempia dell'avversario, che in quel momento stava portando un attacco con il suo caratteristico stile ed era fortemente sbilanciato in avanti. L'immagine del campione del mondo che sovrasta Liston al tappeto è divenuta una delle icone della nostra epoca.

Nel 2004 Ali è tornato sull'argomento nella sua ultima intervista ufficiale, cui ha risposto con l'aiuto dei familiari.


fonte:www.wikipedia.it

martedì 23 febbraio 2010

Peter Corcoran


Peter Corcoran, pugile irlandese, primo irlandese campione d'Inghilterra (del mondo) di pugilato dal 1771 al 1776.

Biografia

Nacque nel 1740 ad Athy Co. Kildare in Irlanda, figlio di un contadino lavorò nella fattoria di famiglia fino all'età di ventanni. Nel 1760 alcune fonti affermano che si rese responsabile di un omicidio durante una animata discussione per una donna. Rimane il fatto che Concorad lasciò il suo paese natale e partì per l'Inghilterra, non tornò mai più in Irlanda.

Si stabilì a Birmingham dove lavorò in una miniera di carbone, si trasferì a Portsmouth e lavorò come marinaio. In questi anni cominciò a praticare lo sport del pugilato. Per continuare a coltivare la passione per il pugilato Corcoran si trasferì a Londra.

Aprì un locale bar nella parte est della città mentre la sua carriera pugilistica stava andando a gonfie vele. Aprì una Pubblic House più grande ma gli affari cominciarono ad andare male e arrivarono i primi problemi economici. Questo è il periodo più oscuro della vita di Corcoran. Pare che molto probabilmente furono i problemi finanziari a convincere Concorad a combattere con Sellars. Incontro che segnò la sconfitta del pugile irlandese ma anche la scomparsa totale e misteriosa di tutti i suoi debiti.

La soluzione dei debiti fu comunque di breve durata, dopo alcuni anni subì il pignoramento del locale. Non sappiamo quando fu l'anno della sua morte, le spese per il suo funerale furono sostenute da una colletta pubblica. Il primo irlandese a vincere il campionato d'inghilterra e per questo campione del mondo morì nella completa povertà.


Carriera


Quando giunse a Londra il pugile Concoran trovò un valido sponsor nel Colonello Dennis Kelly, che finanziò i suoi allenamenti e organizzò i suoi incontri.

Il 4 settembre 1769 Corcoran vinse il suo primo incontro all'Hyde park di Londra contro il forte Bill Turner, considerato uno dei migliori pugili in circolazione. Successivamente disputò altri tre incontri contro Tom Dalton, Joe Davis e Bob Smiler, vincendoli tutti, così facendo ebbe diritto a sfidare il campione in carica Bill Darts.

Il 18 maggio 1771, dopo la corsa di cavalli all' Epsom Down, i due si sfidarono. L'incontro fu brevissimo e controverso, dopo nemmeno un minuto Corcoran mise al tappeto Darts e così sia Concorad che il colonello Kelly intascarono un premio in denaro cospicuo. Non esistono prove concrete ma l'ombra dell'imbroglio infanga la vittoria di Corcoran.

È pur vero che il pugile irlandese mantenne il titolo per cinque anni sconfiggendo numerosi avversari. Nel 1774 vinse contro Sam Peters in un incontro disputato all'abbazia di Waltham. Anche in questo incontro molti gridarono allo scandalo perché si diffuse la notizia di un probabile accordo tra i pugili.

Perse il titolo contro Herry Sellars il 16 ottobre 1776, incontro di 32 riprese disputato a Staines nel Middlesex.


fonte:www.wikipedia.it

lunedì 22 febbraio 2010

Thomas Jackling


Thomas Jackling, detto Tom Johnson (...), è un pugile britannico, campione del regno unito di pugilato dal 1783 al 1791.

Dal 1750 al 1780 il pugilato inglese attraversò una fase molto oscura della sua storia. Incontri truccati e decisioni discutibili avevano caratterizzato molti degli incontri disputati fino ad allora. Tom Johnson è considerato colui che riportò onore e rispettabilità allo sport che James Figg aveva definito 50 anni prima la noble art. Molti storici lo definiscono un nuovo Jack Broughton.

Conquistò il titolo, lasciato vacante dal pugile irlandese Duggan Fearns, nel 1783. Difese il titolo per quasi dieci anni contro una serie di agguerriti sfidanti.

Nel 1789 sconfisse Isaac Perrin in un incontro memorabile al tal punto che la sfida fu ricordata con un'effige su un medaglione di bronzo.

Fu sconfitto, all'età di 40 anni, nel 1791 dal pugile Benjamin Brain, che divenne il nuovo campione. L'incontro sarebbe dovuto svolgersi un anno prima se Brain non avesse avuto problemi di salute. Dopo la sconfitta Tom si ritirò dalla carriera pugilistica.

    fonte: www.wikipedia.it

domenica 21 febbraio 2010

Jack Broughton


Nacque nel 1703 molto probabilmente a Londra, altre fonti indicano come luogo Gloucestershire. Da giovane lavorò come apprendista guardiafaro al porto di Londra. Era un ottimo nuotatore, nel 1730 vinse la prestigiosa gara annuale sul Tamigi.

Decise di cominciare a combattere come pugile nel 1730. Iniziò come semiprofessionista e guadagnò in poco tempo una reputazione invidiabile; i suoi incontri richiamavano molti spettatori. Ci sono giunti pochi documenti risalenti al pugilato del 1700, non ci sono notizie comunque di eventuali sconfitte di Broughton. Certamente quindi non conobbe mai sconfitta fino al 1750, l'anno del suo ritiro. Per questo motivo gli storici gli riconoscono di avere detenuto il titolo di campione d'Inghilterra di pugilato dal 1730 fino al 1750. A quei tempi Il titolo d'Inghilterra corrispondeva al titolo di campione del mondo.

Nel 1741 accettò la sfida di George Stevenson, l'incontro durò circa 40 minuti e fu molto cruento. I due pugili si colpirono duramente finché il pugno di Broughton si piantò violentemente sotto il cuore di Stevenson che cadde a terra senza sensi. Si riprese dal colpo, ma dopo un mese circa morì per le ferite riportate. Broughton, che considerava Stevenson un amico, rimase fortemente sconvolto da questa vicenda, fu così che prese la decisione di scrivere delle regole per rendere gli incontri più sicuri; una serie di regole che prenderanno il nome di London Prize Ring Rules, considerato come la prima pietra su cui nacque lo sport della boxe moderna. Furono utilizzate negli incontri di pugilato per più di 100 anni, finché non vennero elaborate le regole del Marchese del Quennsbury.

Si considera come l'ultimo incontro ufficile in cui vennero utilizzate le sue regole quello tra John Lawrence Sullivan e Joe Kilrian disputato l'8 luglio 1889 a Richburg.

Nel 1743 utilizzò i soldi guadagnati per aprire un anfiteatro a Hanway Street dedicato al pugilato come fece James Figg qualche anno prima. Fu proprio durante questo periodo che codificò definitivamente le nuove regole per la boxe. Nel 1744 decise di abbandonare la carriera pugilistica e di dedicarsi a seguire gli atleti che entravano a far parte della sua accademia. Il 10 aprile 1750 Broughton annunciò di voler disputare un nuovo incontro contro Jack Slack, i motivi di questa sua decisione sono sconosciuti. Nonostante fosse molto più anziano del suo sfidante era riconosciuto da tutti come favorito. L'incontro volse a suo favore nella parte iniziale, successivamente però subì una inesorabile sconfitta.

Nel 1754 l'anfiteatro chiuse, Broughton continuò a insegnare boxe finché non morì l' 8 gennaio del 1789. Fu sepolto nel cimitero dell'Abbazia diWestminster, senza che nessun epitaffio fosse scritto sulla lapide, finché nel 1988 furono scolpite sulla pietra le parole "Champion of England" secondo quelle che erano state le richieste del pugile prima della sua morte.

sabato 20 febbraio 2010

James Figg


James Figg (16958 dicembre 1740) è stato un pugile inglese. È considerato come colui che diede inizio alla fase moderna di questo sport. Il suo nome è stato inserito nella International Boxing Hall of Fame nel 1992.

Nacque a Thame un villaggio nello Oxfordshire nel 1695. Alto 1,81 m, pesava poco più di 90 chili, si dimostrò subito molto abile nel combattimento sia utilizzando le armi sia con il solo uso delle mani. Si dedicò allo sport della scherma per poi concentrarsi completamente nel pugilato. Viaggiava di villaggio in villaggio per dare dimostrazioni di boxe ed organizzare incontri, finché si recò a Londra dove accettava la sfida di chiunque e iniziò ad insegnare le sue tecniche di combattimento. Nel 1719 aprì un'accademia dedicata solo alla boxe, alla quale si iscrissero più di 1000 persone, dove gli allievi apprendevano le lezioni di Figg e dimostravano la loro forza. Sul biglietto da visita dell'ormai popolare James Figg c'era scritto: "Master of the noble science of defence".

La boxe che Figg proponeva all'epoca era molto differente da quella che siamo abituati a vedere nei giorni nostri. Si poteva afferrare l'avversario e scagliarlo per terra, erano ammessi i colpi anche quando l'avversario era caduto a terra. Non esisteva un ring ben definito, lo spazio adibito al combattimento era definito da una semplice linea disegnata per terra. La boxe era uno sport brutale e somigliava ad un arte marziale dove molti colpi e tecniche di atterramento erano permesse.

Nel 1719 Figg si proclamò campione d'Inghilterra. In carriera Figg disputò 15 incontri vincendoli tutti, finché nessuno volle più sfidarlo. Si ritirò imbattuto nel 1736. Con i soldi guadagnati e l'aiuto del Principe di Galles aprì a Londra un Anfiteatro in Oxford Street utilizzato per organizzare gli incontri di boxe. Figg morì nel 1740.

Il 6 giugno del 1727 si ricorda l'incontro che Figg combatté contro Ned Sutton un intagliatore di pipe di Gravesend. La sfidà generò molto interesse e fece giungere molte persone importanti tra cui il primo ministro Sir Robert Walpole. L'incontro era suddiviso in due, nella prima parte era ammesso l'uso di spade,invece nella seconda parte si utilizzavano solamente i pugni. Nella prima sfida per circa 30 minuti i due sfidanti si studiarono con attenzione, finché Sutton attaccò Figg costringendolo ad una molto difficile difesa durante la quale si ferì al braccio con la propria spada. L'incontro non fu fermato perché la ferita al braccio non era considerata grave. Subito dopo Figg colpì Sutton sulla spalla, in maneria seria, questo garantì a Figg la vittoria del prima fase dell'incontro. Dopo 30 minuti di pausa iniziò il secondo incontro, durante il quale i due si colpirono e si afferrarono più volte. Anche questa fase fu vinta da Figg.

Figg non può essere considerato un pugile moderno, il suo contributo però fu rilevante per segnare l'inizio della fase moderna del pugilato. La sua scuola sarà un serbatoio di nuovi campioni, uno dei quali era il pupillo di Figg: Jack Broughton.Sarà colui che nel 1743 scriverà le prime regole fondamentali del pugilato conosciute come il London Prize Ring rules.

Grazie a James Figg, a partire dall'anno 1767 cominciarono a disputarsi anche in Francia i primi combattimenti di pugilato moderno. Infatti egli nell'anno 1733 partì in giro per la Francia per far scoprire questo nobile sport anche ai cugini di oltremanica.

    fonte:www.wikipedia.it

lunedì 15 febbraio 2010

Cenni di regolamento FPI


Dilettanti

Secondo la Federazione Pugilistica Italiana: è dilettante il pugile che partecipa a pubbliche gare per puro spirito agonistico e non per lucro. I pugili dilettanti sono inquadrati nelle seguenti categorie: aspiranti, schoolboys, cadetti, juniores, seniores. Quando si ammettono incontri fra pugili dilettanti di diverse categorie, si applicano i regolamenti della categoria inferiore. I dilettanti percepiscono comunque un fondo spese minimo. Il pugile dilettante combatte con un abbigliamento specifico e che si differenzia dal professionista per l'uso obbligatorio del casco protettivo, guanti da 10 oz dotati di antishock e cannottiera del colore corrispondente al proprio angolo.

Pugili Aspiranti
Il pugile aspirante, maschio o femmina, deve avere un'età superiore ai 14 ed inferiore ai 32 anni. Può frequentare la palestra e sostenere gli allenamenti, ma non disputare incontri.

Pugili Schoolboys

Categoria di transizione riservata ai soli maschi: ad essa appartengono i pugili compresi fra i 14 ed i 15 anni di età, non compiuti. Al compimento del quindicesimo anno, vi è il passaggio automatico alla qualifica cadetti.

Questi pugili possono disputare incontri della durata massima di tre riprese di 1' e 30" cadauna, fra loro oppure con pugili cadetti di anni 16 non compiuti. Non possono comunque sostenere più di quindici incontri annui.


Pugili Cadetti

Sono cadetti i pugili maschi di età superiore ai 15 anni ed inferiore ai 17; mentre sono cadette le pugili di età superiore ai 14 anni e inferiore ai 17. Al compimento del diciassettesimo anno vi è il passaggio automatico alla qualifica juniores.

  • I cadetti maschi possono gareggiare sulla distanza delle tre riprese di 2 minuti l'una, fra di loro oppure con pugili juniores. Possono inoltre gareggiare con pugili schoolboys se non hanno compiuto il sedicesimo anno di età.
  • Le pugili cadette possono disputare incontri della durata di tre riprese di 1' e 30" l'una, fra loro o con le pugili juniores.

Pugili Juniores

Sono juniores i pugili di età superiore ai 17 ed inferiore ai 19 anni. Al compimento del diciannovesimo anno di età vi è il passaggio automatico nella categoria seniores, con inquadramento nella serie relativa al punteggio.

  • Gli juniores possono gareggiare sulla distanza delle quattro riprese di due minuti ciascuna, fra loro, con pugili cadetti, oppure con pugili seniores di II° e III° serie (ma con incontri di tre riprese di due minuti).
  • Le pugili juniores possono disputare incontri della durata di tre riprese di 2', fra loro, con le pugili cadette, oppure con le pugili seniores di II° serie (ma con incontri di tre riprese di 1' e 30" ciascuna).

Pugili Seniores
Il pugile seniore o proviene dalla qualifica juniore, oppure si tessera a partire dal diciannovesimo anno di età, sempreché non abbia superato i 32 anni. Se si è tesserato prima dei 32 anni, può continuare a tesserarsi fino all'età di 35 anni, se però non ha trascorso più di due anni senza disputare incontri.

I pugili seniores maschi

I pugili seniores si dividono in: I° II° e III° serie.

  • I° serie - Disputano incontri di tre riprese di tre minuti fra loro, o con pugili seniores II° serie.
  • II° serie - Disputano incontri di tre riprese di tre minuti fra loro, con pugili seniores I° e di quattro riprese da due minuti con pugili di III° serie, oppure con pugili juniores.
  • III° serie - Disputano incontri di quattro riprese di due minuti fra loro, con pugili seniores II° serie, oppure con pugili juniores.

Le pugili seniores femmine

Le pugili seniores si dividono in: I° e II° serie.

  • I° serie - Disputano incontri di tre riprese di tre minuti, fra loro oppure con le pugili seniores di II° serie.
  • II° serie - Disputano incontri di tre riprese di tre minuti, fra loro o con le pugili seniores di I° serie, oppure con le pugili juniores.


Professionisti

I pugili professionisti si dividono in tre serie, ognuna con un determinato numero di round.

  • I° serie - Disputano incontri di sei riprese di tre minuti.
  • II° serie - Disputano incontri di dieci riprese di tre minuti.
  • III° serie (solamente in incontri con titoli in palio) - Disputano incontri di dodici riprese di tre minuti.

fonte: www.wikipedia.it

domenica 14 febbraio 2010

Fondamenti sulla tecnica del pugilato


Nel pugilato viene ravvisata una certa somiglianza con la scherma per il particolare tipo di studio preparatorio fra i contendenti in funzione del successivo scambio di colpi. Fondamentalmente il Pugilato si basa su tre colpi:

  • Diretto: Colpo più importante per il pugile tecnico. A seconda dell'uso può essere un colpo di disturbo, di arresto, di preparazione al diretto successivo, oppure un colpo potente, portato mediante una rotazione del corpo. Si attua avanzando leggermente e si colpisce con la mano che sta davanti nella guardia, oppure facendo ruotare tutto il corpo nel senso del pugno, facendo un movimento col piede posteriore simile allo spegnimento di una sigaretta sul terreno.
  • Gancio: Colpo potente e demolitore che basa la sua potenza sulla leva fornita dalla spalla e dalla posizione ad angolo retto del braccio, è il colpo di chiusura per eccellenza. Il gancio per essere efficace deve essere eseguito a corta distanza.
  • Montante: Colpo dato dal basso verso l'alto, di solito si usa nel corpo a corpo.Si attua ruotando la spalla in modo da imprimere potenza al pugno.

Questi colpi, portati in rapida sequenza e con varietà, generano le "serie" o "combinazioni". Anche se la fase offensiva ha un ruolo decisivo, due sono le tecniche per evitare di prendere colpi: schivare e parare, ovvio il fatto che per ogni tipo di colpo vi siano differenti tipi di schivate e di parate.

Dai tre aspetti offensivi e dai due difensivi può nascere un complesso incontro, che vede sul "quadrato" due uomini che si affrontano lealmente secondo regole codificate e che alla fine del match li vedrà abbracciarsi. Il pugilato è uno sport impegnativo e completo, le doti fisiche richieste sono infatti velocità, agilità, forza e resistenza. Il pugilato richiede sia sforzi aerobici che anaerobici, pertanto l'allenamento mira sia al miglioramento della resistenza, ovvero alla durata dello sforzo fisico nel tempo, tramite corsa, salto della corda, allenamento a corpo libero, sia al miglioramento della forza e allo sviluppo della massa muscolare.

Il pugilato richiede soprattutto una notevole forza di sopportazione e carattere per poter affrontare gli sforzi durante l'allenamento e il quasi inevitabile dolore fisico durante gli incontri come del resto capita in tantissimi altri sport anche non da combattimento. Contrariamente alla maggior parte degli altri sport, la sconfitta nel pugilato è accompagnata da dolore fisico: ciò richiede una ferrea volontà a non darsi per vinto davanti alla fatica del match.

sabato 13 febbraio 2010

Gli stili del pugilato III


Colpitore d'incontro

Usa come ultima difesa i movimenti della testa e blocchi costanti per contrastare l'avversario. Quando l'avversario tenta di colpire, il pugile d'incontro usa la propria difesa per schivare il colpo e per restituirlo contestualmente. Il pugno d'incontro ha una potenza spesso devastante, perché la potenza del pugno va a sommarsi alla forza contraria del movimento di sbilanciamento in avanti del pugile che è stato schivato. I pugili d'incontro combattono soprattutto a distanza ravvicinata, ma alcuni di essi rimangono invece alla stessa distanza di uno stilista. Per essere efficaci, gli incontristi usano i movimenti del capo, i riflessi, la velocità, l'allungo e devono essere buoni incassatori.

Stili a Confronto

Ci sono delle regole generalmente accettate riguardo alle possibilità di successo che ciascuno di questi stili di boxe ha sugli altri. In generale, un aggressore / in-fighter è avvantaggiato rispetto ad uno stilista / out-fighter, uno stilista / out-fighter è avvantaggiato rispetto ad uno stilista / puncher, e un puncher è avvantaggiato rispetto ad un aggressore / in-fighter; questo forma un circolo in cui ciascuno stile è più forte rispetto ad alcuni stili e più debole rispetto ad altri, senza che ce ne sia uno superiore agli altri, come in un rock-paper-scissors. Il risultato di un incontro è ovviamente determinato anche da vari altri fattori, quali il livello di abilità e di allenamento dei pugili, ma l'ampiamente sostenuta esistenza di queste relazioni tra i vari stili si riassume in un cliché diffuso tra fan e scrittori di pugilato che dice che “gli stili fanno i match”.

I puncher e i picchiatori tendono a vincere gli aggressori / in-fighter perché, cercando di avvicinarsi, gli aggressori / in-fighter finiranno invariabilmente dritti incontro ai più potenti colpi dei primi. Così, a meno che l'aggressore non abbia delle capacità di incassatore fuori dal comune, la potenza superiore dei primi la spunterà. A parità di capacità pugilistica e di condizione atletica, naturalmente. Un esempio famoso del vantaggio del picchiatore in questo tipo di confronto è la vittoria per KO di George Foreman su Joe Frazier.

Nonostante gli aggressori / in-fighter trovino più sfogo alla loro boxe con i punchers, che accettano molto più di buon grado gli scambi ravvicinati, hanno in realtà più probabilità di successo contro gli stilisti. Lo stilista / out fighter preferisce un combattimento più lento, con maggior distanza tra se stesso e l'avversario. L'in-fighter tenta senza soste di ridurre questa distanza per scatenare continue raffiche furibonde, mentre a distanza ravvicinata lo stilista perde parecchia della propria efficacia, perché non riesce a tirare i colpi più efficaci del suo repertorio. L'aggressore / in-fighter esce generalmente vittorioso da questo confronto, a causa del proprio incalzare e dell'agilità con cui questo viene messo in atto, che lo rende difficile da sfuggire. Per esempio, l'aggressore / in-fighter Joe Frazier, nonostante fosse stato facilmente dominato dal picchiatore Gorge Foreman, creò invece molti più problemi allo stilista Muhammad Ali nei loro tre incontri. Allo stesso modo l'aggressore Harry Greb fu l'unico ad aver sconfitto il grande out-fighter Gene Tunney. Joe Louis, dopo il ritiro, ammise che odiava essere incalzato, e che l'aggressione continua dell'imbattuto Rocky Marciano gli avrebbe causato problemi anche nel suo periodo migliore.

Gli stilisti / out-fighter tendono ad essere più efficaci contro un picchiatore, le cui ridotta velocità di braccia e gambe, e l'inferiore tecnica, lo rendono un bersaglio facile da colpire per la superiore velocità dello stilista. La preoccupazione principale dello stilista è quella di prestare sempre il massimo dell'attenzione, poiché al picchiatore è sufficiente arrivare a segno con un colpo di quelli giusti per mettere fine all'incontro. Se lo stilista riesce ad evitare o a limitare l'efficacia dei colpi del picchiatore, lo può stancare colpendolo con veloci jab fino a portarlo, alla lunga, all'esaurimento delle forze. Se la tattica è sufficientemente efficace, lo stilista può perfino aumentare la pressione negli ultimi round in un tentativo di raggiungere il KO. Molti pugili classici, ad esempio Muhammad Ali, hanno avuto i loro successi migliori contro i picchiatori. Il più famoso degli esempi di questo tipo di match è quello con cui Ali, nel 1974, a Kinshasa, stroncò Foreman con un KO all' 8º round dopo avergli fatto esaurire le energie nel vano tentativo di trovare immediatamente una soluzione di forza.


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venerdì 12 febbraio 2010

Gli stili del pugilato II


Picchiatore

Il picchiatore, in inglese "slugger", è solitamente un pugile carente di tecnica e di gioco di gambe, che compensa queste carenze con la pura potenza dei propri pugni. Molti picchiatori ricercano la stabilità dell'assetto per favorire la potenza, e per questo tendono ad essere insufficientemente mobili e ad avere difficoltà ad inseguire i pugili veloci di gambe, di cui possono anzi diventare un facile bersaglio. I picchiatori a volte tendono a trascurare le combinazioni, privilegiando le ripetizioni di colpi singoli, a volte portati con una sola mano e con grande potenza (per lo più ganci e uppercut), ma spesso con velocità minore di quella degli stilisti. La lentezza e la prevedibilità degli schemi (colpi singoli con traiettorie ovvie) spesso lasciano la strada aperta ai pugni d'incontro e, per avere successo, i picchiatori devono essere in grado di assorbire notevoli dosi di pugni. Le armi più importanti del picchiatore sono la potenza e la capacità di incassare.

Aggressore / In fighter

L'aggressore, o incalzatore, o "in-fighter", in inglese, cioè che boxa dall'interno della guardia dell'avversario, è un pugile dall'aggressione continua, per questo chiamato anche "pressure fighter", che tenta di rimanere addosso all'avversario, aggredendolo con continue raffiche e intense combinazioni di ganci e uppercut. Un buon in-fighter necessita di buone doti di incassatore, perché questa tecnica lo espone ad essere colpito da serie di jab e diretti prima di riuscire ad entrare nella guardia dell'avversario, dove i colpi dell'in-fighter sono più efficaci. Gli in-fighter agiscono meglio a distanza ravvicinata perché generalmente sono di statura più bassa della media degli avversari e hanno un minore allungo, e perciò sono più efficaci ad una distanza in cui le più lunghe braccia dei loro avversari sono svantaggiate nel colpire rispetto alle loro. Tuttavia, diversi pugili alti rispetto alla loro categoria sono relativamente abili nell'effettuare una boxe d'aggressione dall'esterno della guardia dell'avversario, quanto all'interno. L'essenza dello stile dell'incalzatore è l'aggressione senza soste. Molti in-fighter di bassa statura utilizzano l'altezza ridotta come strumento per schivare i colpi ed infilarsi nella guardia dell'avversario, abbassandosi fino alla vita per passare sotto o di fianco ai colpi in arrivo. A differenza del bloccare i colpi con i guantoni, le schivate fanno andare a vuoto l'avversario causandone lo sbilanciamento, e consentono all'in-fighter di passargli sotto al braccio disteso con i pugni liberi per colpire d'incontro. Nonostante questo stile esponga parecchio i pugili che lo praticano ai colpi degli avversari, qualche in-fighter fu noto invece per essere stato difficile da colpire. Le qualità indispensabili per un in-fighter sono l'aggressività, la resistenza, il saper incassare, il saper schivare i colpi infilandosi nella guardia dell'avversario.

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giovedì 11 febbraio 2010

Gli stili del pugilato I


Nel pugilato non esistono due pugili con uno stile che possa essere considerato identico. Nella pratica esistono, tuttavia, dei modi di definire alcuni stili, senza che per questo un pugile debba essere inquadrato esclusivamente in uno di essi. In alcuni casi, infatti, un pugile potrebbe essere classificato sia come in-fighting che come out-fighting.

Stilista out-fighter

Il classico pugile stilista, in inglese "out-fighter", cioè che boxa rimanendo all'esterno della guardia dell'avversario, cerca di tenere a distanza l'antagonista colpendolo con pugni veloci e che arrivano da lontano, distruggendo gradualmente la resistenza e le forze dell'avversario fino a ridurlo in propria balìa. A causa del loro affidarsi a colpi veloci ma non devastanti, gli stilisti tendono a vincere ai punti piuttosto che per KO, benché alcuni di essi presentino carriere con percentuali molto alte di incontri vinti prima del limite. Gli out-fighter sono spesso considerati i migliori strateghi del pugilato, grazie alla loro abilità di controllare l'andamento dell'incontro e di condurre l'avversario verso l'epilogo da essi pianificato intaccandone metodicamente le forze ed esibendo maggiore abilità e destrezza di un picchiatore. Lo stilista out-fighter, perché questo stile dia buoni risultati, deve essere dotato di un buon allungo, di velocità di braccia, di ottimi riflessi e deve essere in grado di svolgere un grande e continuo lavoro di gambe.

Stilista Puncher

Il puncher è un pugile con una dotazione tecnica completa, abile nel boxare a distanza ravvicinata unendo la tecnica alla potenza, ed è un pugile che ha spesso la capacità di mettere fuori combattimento l'avversario con combinazioni di pugni o anche con un unico colpo. I movimenti e la tattica del puncher sono spesso simili a quelli di uno stilista, a differenza del quale, tuttavia, il puncher non tenta di evitare gli scambi a distanza ravvicinata. Inoltre, i puncher non cercano di sfiancare l'avversario sulla distanza, con incontri che si risolvono spesso ai punti, ma tendono a demolire l'avversario con le combinazioni di colpi per poi cercare il KO.

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mercoledì 10 febbraio 2010

Pugilato Americano II


Nel 1933 comparve alla ribalta mondiale l'Italiano Primo Carnera che rimase campione del mondo solo per un anno, ma raccolse la simpatia di molti. Carnera era un pugile imponente con i suoi 120 kg di peso e 2,04 m di altezza, allo stesso tempo velocissimo e con un'ottima tecnica.

Nel 1937 il titolo passò nuovamente a un pugile di colore Joe Louis, strappò il titolo a James Braddock mandandolo ko all'ottava ripresa. Dal 1937 al 1947 ha detenuto la corona mondiale, che ha difeso vittoriosamente per 25 volte. Si ritira nel 1949, il suo fisico rovinato dall'alcool e dalla droga non era più in grado di affrontare altri incontri. Il suo record parla di 63 vittorie e 3 sconfitte.

Nel 1952 Rocky Marciano con le sue impareggiabili doti vinse il campionato del mondo e inanellò una serie di vittorie impressionante. Abbandonò la carriera professionistica, imbattuto, nel 1956, dopo aver vinto 49 incontri, 43 dei quali per knock out.

Gli successe il giovane nero Floyd Patterson, un ex peso mediomassimo che tenne il titolo fino al 1962 salvo una breve interruzione nel 1959-60. Successe a Patterson un altro nero, Sonny Liston, analfabeta dalla potenza esplosiva, ex carcerato compromesso da legami con la mafia italoamericana. Misteriose le cause della sua morte avvenuta nel 1970 .

Nel 1964 il titolo fu vinto dal ventiduenne Cassius Clay (conosciuto anche come Muhammad Ali), già vincitore della medaglia d'oro all'Olimpiade di Roma del 1960. Viene ricordato non solo per le sue versatili doti di pugile (mai nessun peso massimo era stato così rapido) ma anche per il suo impegno politico (militante islamico, fu arrestato per aver rifiutato il servizio militare) e per i modi provocatori con cui si rivolgeva agli avversari.

Con Cassius Clay la popolarità del pugilato diventa planetaria.

L'ente organizzatore americano degli incontri di pugilato la WBC (World boxing council) nel 1968 visse una crisi interna dalla quale nacque un'altra federazione internazionale pugilistica: la WBA (World boxing association). Tale sovrapposizione di competenze creò confusione nel mondo della boxe perché ogni associazione organizzava gare per le proprie categorie e di conseguenza nominava i propri campioni. In seguito la situazione venne ulteriormente complicata dalla creazione della IBF (International Boxing Federation) nel 1984, e dalla WBO (World Boxing Organization), nel 1988. Nonostante negli anni passati ciascuna organizzazione adottava proprie categorie di peso, dal 1987 le categorie professionistiche sono state fissate a 17, dai pesi paglia fino ai pesi massimi.

In Europa l'ente organizzatore (EBU) è unico. In Italia la federazione che organizza gli incontri e assegna i titoli italiani è la FPI (Federazione pugilistica italiana).

Gli anni ottanta e novanta, in questo sport hanno continuato a mostrare la propria superiorità gli uomini di colore. Mike Tyson è stato campione del mondo dei pesi massimi per tre organizzazioni: WBC, WBA e IBF.

Anche se per il grande pubblico la storia della boxe è stata scritta dalla categoria dei pesi massimi, sono degni di essere ricordati molti pugili campioni di altre categorie, tra cui: Sandro Mazzinghi, campione del mondo dei medi junior; Nino Benvenuti, campione del mondo dei pesi medi; Henry Armstrong, vincitore di tre titoli mondiali in altrettante categorie di peso differenti; Mario D'Agata campione del mondo nei pesi gallo e Carlos Monzón nei pesi medi.

martedì 9 febbraio 2010

Pugilato Americano I


Attorno agli incontri di pugilato, in maniera particolare nella categoria dei pesi massimi, ruotavano interessi economici enormi. Ai pugili venivano dati ingenti premi in denaro e il pubblico amava scommettere ingenti somme su tutto quello che riguardava la sfida: vincitore, quante riprese fosse durata, ecc. Migliaia di persone assistevano alle gare organizzate presso arene costruite appositamente per questo sport. Allora i ring erano ottagonali definiti da corde e pali, i pugili combattevano a torso nudo, con i calzoni lunghi o a tre quarti di gamba, gli incontri non avevano limiti di numero massimo di riprese. Nonostante le regole di Douglas di alcuni anni prima gli incontri venivano ancora disputati a mani nude, ciò portava spesso a tragiche conseguenze. Per questo motivo in molti stati dell'unione e dell'Europa alla fine del 1800 il pugilato a mani nude era proibito.

La boxe trovò rapida diffusione negli Stati Uniti d'America a tal punto che nel 7 febbraio 1882 l'americano John Lawrence Sullivan vinse il campionato del mondo categoria pesi massimi battendo il detentore Paddy Ryan, un colosso irlandese emigrato negli USA. Con questa vittoria il centro d'interesse della boxe mondiale si spostò definitivamente dall'Inghilterra all'America.

Nel 1889 fu disputato l'ultimo incontro senza guantoni valido per i pesi massimi con il quale Sullivan mantenne il titolo. Dal successivo incontro del 7 settembre 1892, Sullivan e Corbett si affrontarono con i guantoni, le regole di Douglas erano ormai definitivamente accettate.

Sull'onda della forte crescita economica Statunitense il pugilato si diffuse in tutti gli stati dell'Unione, divenne uno dei principali sport praticati e rappresentava, per le classi più disagiate, un modo per uscire dalla difficile situazione socio-economica.

Nei primi anni del 1900 si fissarono altre categorie di peso e per limitare la durata degli incontri si stabilì che il numero massimo di riprese doveva essere: 15 per gli incontri validi per titoli europei e mondiali, 12 per titoli nazionali. Limitando la durata dell'incontro, si imponeva la necessità di individuare criteri per la vittoria ai punti, il problema fu risolto con l'istituzione dei giudici di gara.

Nel 1908 si affermò a livello mondiale Jack Johnson, il primo pugile di colore americano che stupì tutti per la sua boxe intelligente e rapida. Cedette il titolo nel 1915 perdendo contro il cowboy Jess Willard detto “il gigante” poiché alto oltre due metri e pesava Kg 110.

Il pugilato diffuso in Italia nei primi anni nel secolo creò la sua federazione organizzatrice la FPI (Federazione Pugilistica Italiana) nel 1916 a San Remo. I padri fondatori furono Goldsmith (Presidente) e Lomazzi (vice Presidente). Nel 1920 ci furono i primi campionati italiani. La sede nazionale diventò Milano per trasferirsi a Roma nel 1929.

Il titolo dei pesi massimi passò in mano di Jack Dempsey nell'incontro disputato a Toledo (USA) nel 1919, in cui vinse il titolo mondiale contro Jess Willard. Dempsey di fronte a Willard era di dimensioni irrisorie. Dempsey, vinse grazie alla destrezza acquisita con i suoi studi ed ai suoi originali metodi di allenamento, dominò la categoria dei pesi massimi, in un'epoca quindi in cui i combattimenti sul ring erano vinti più con la forza fisica e con la resistenza che con fini azioni tecniche. Dempsey utilizzava i principi del falling step e del double shift, due delle tecniche da lui formalizzate ed applicate “sul ring” con successo, dimostrandone la straordinaria efficacia. Egli era molto aggressivo, ma sapeva controllarsi, evitava con destrezza e con una alzata di spalle i colpi per poi scagliare i suoi pugni in maniera esplosiva, sfruttando in pieno l'intero peso del suo corpo in movimento. Ogni sua azione era organizzata in improvvise e devastanti combinazioni di colpi. Nell'ultimo suo incontro del 1926, in cui subì una discutibile sconfitta, si registrò un'affluenza di pubblico mai vista e gli incassi superarono ogni record.

Dal 1929, anno della grande crisi economica, fino al 1933 il pugilato perse molto della sua notorietà ed importanza. Pochi avevano la possibilità di seguire gli incontri e scommettere sul loro esito come avveniva nei primi anni del secolo.


fonte: www.wikipedia.it