mercoledì 25 novembre 2009

Le offerte della Sport Town Online

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CORRERE AL FREDDO


La corsa è uno sport che può essere praticato anche in condizioni climatiche difficili o estreme. Si corre nel deserto con temperature elevate, si corre fra i ghiacci del polo nord o del polo sud. Questo è uno dei motivi che rendono la corsa uno sport affascinate ed attraente. Di seguito saranno dati alcuni consigli su come allenarsi o gareggiare quando fa freddo. Indicheremo alcuni semplici accorgimenti da osservare quando il freddo è davvero "pungente", ricavate da alcune esperienze dirette condotte in condizioni estreme come la maratona a tappe corsa alle isole Svalbard. Iniziamo con l'analizzare le risposte fisiologiche dell'organismo al freddo, trascurando, per il momento, l'attività fisica specifica.

Osservazioni di fisiologia

Il primo fenomeno che avviene è, senza dubbio, la vasocostrizione periferica. La bassa temperatura esterna fa arrivare meno sangue verso la superficie cutanea per trattenerlo all'interno dell'organismo. Sia ha poi una produzione di catecolamine surrenaliche circolanti e, di conseguenza, un aumento dell'attività metabolica dei muscoli scheletrici. Possono essere avvertiti i brividi: contrazioni muscolari sincrone ed involontarie, che hanno lo scopo di aumentare il calore corporeo. In un ambiente freddo, inoltre, può comparire il fenomeno della "pelle d'oca" o "orripilazione" che consiste nell'erezione della cute e dei peli, per limitare la superficie di scambio calorico tra corpo ed esterno.
Quando si corre in condizioni di freddo anche non estremo, talvolta, si ha l'impressione che "i polmoni si congelino". I fisiologi Fox, Bowers e Boss riportano studi di Moritz e Weiser, che dimostrano come il pericolo di congelamento dei polmoni sia in pratica impossibile. L'aria viene infatti "condizionata" durante il suo tragitto verso i polmoni, nelle vie aeree superiori. L'aria fredda che entra nell'organismo attraverso la respirazione, è riscaldata fino a raggiungere valori solo del 2-3% inferiori rispetto a alla temperatura corporea. Tale riscaldamento avviene appena l'aria inspirata ha raggiunto la profondità di 9 cm dentro la cavità nasale, non solo, ma l'aria riceve dalle vie respiratorie anche vapore acqueo. Quando si espira, parte del calore e dell'umidità è rilasciata alla mucosa che ricopre le vie respiratorie. Questo è il motivo per cui durante allenamenti o gare prolungate eseguite in ambiente freddo si può andare incontro ad irritazione della gola.

L'esperienza

Prima di partire per le isole Svalbard cercammo di prepararci a prevenire questa problematica che era stata avvertita un po' da tutti in fase di preparazione alla gara, anche perché la guida locale ci aveva messo in guardia sul problema. Concordammo nel correre con la mascherina, in genere usata dagli sciatori in caso di forte vento, davanti alla bocca. Una volta giunti a destinazione, ed eseguito il primo allenamento, ci accorgemmo dell'inutilità di tal espediente perché recava non poco fastidio sia in fase di inspirazione e di espirazione . Verificammo anche, a conferma di quanto dimostrato dagli studi sopra citati, che l'impatto con l'aria fredda era fastidioso all'inizio, ma diventava sopportabilissimo dopo pochi minuti. Decidemmo di lasciare la mascherina in hotel e di respirare, durante i primi minuti, semplicemente tenendo davanti alla bocca il collo della giacca della tuta.
Dopo alcuni minuti di corsa, non era necessario più nessun accorgimento "strano" per respirare. Altro particolare sul quale vale la pena di soffermarsi è quello relativo alla perdita di calore dalla testa. Frouse e Burton hanno dimostrato che in stato di riposo, dalla testa può essere perso il 38% del calore. Leggermente differenti i dati ricavati daNunneley che definisce nel 30% la perdita di calore da parte della testa in condizioni di riposo e nel 19% durante l'attività fisica. Ciò significa, in pratica, che rappresentando la testa il 7% della superficie del corpo è preferibile tenerla ben coperta. I corridori, sicuramente hanno avuto modo di capire quanto sia fastidioso correre in presenza di vento forte . Se il vento spira a favore, la sensazione può essere anche piacevole, ma se è contrario e fa freddo, allora l'azione di corsa diventa molto faticosa e fastidiosa. A questo riguardo sono interessanti gli studi effettuati da Tim Noakes, riportati nel suo libro, che dimostrano l'effetto della velocità del vento sull'effettiva temperatura dell'aria.


E' giunto ora il momento di affrontare l'argomento sul piano pratico e dare dei consigli in modo che si possa sapere come allenarsi in condizioni di freddo. Vediamo innanzitutto chi tollera meglio il freddo. Un leggero strato di grasso sottocutaneo consente di sopportare meglio le basse temperature. I corridori in genere tendono, giustamente, ad essere più magri possibile. Chi vorrà partecipare ad una gara sul ghiaccio sarà bene che si presenti in leggerissimo soprappeso. Troppo grasso creerebbe altri problemi, in relazione alla corsa, un piccolissimo strato di grasso proteggerà gli organi interni. Le donne, dicono gli scienziati, tollerano il freddo esattamente come gli uomini, quindi il freddo non costituisce, per loro, una controindicazione a correre.

L'età

Con il passare degli anni la tolleranza al freddo diminuisce, quindi meglio tenere presente questo non trascurabile particolare.

L'attività fisica

Costill ed altri autori affermano che non esiste nessuna ricerca che dimostri adattamenti alla corsa al freddo, ma la pratica "di campo" contrasta con queste affermazioni: chi non è abituato a praticare attività fisica, ed in particolare la corsa, in ambiente freddo tollera molto peggio il freddo di chi invece è abituato a "sfidare" le intemperie. Ecco gli accorgimenti che dovranno essere osservati per correre tranquillamente anche in condizioni di freddo.

Il vestiario

Uno dei maggiori pericoli può essere costituito da tenersi addosso indumenti bagnati di sudore.

La testa dovrà essere coperta da un cappellino di lana da togliersi qualora non se n'avverta più il bisogno.
Le orecchie: capitano anche in Italia quelle giornate rigide in cui sembra che le orecchie si spezzino; il cappello deve quindi coprire anche le orecchie, oppure si può indossare un cappellino ed un para-orecchie.
Il tronco dovrà essere coperto con una maglia a maniche corte, termica, ed una felpa o maglia a maniche lunghe piuttosto pesante, sempre termica.Se fa veramente molto freddo e spira molto vento, sopra potrà essere indossata una giacca sempre in materiale con le caratteristiche sopradescritte.Con il passare dei chilometri, se non tira vento, la giacca potrà essere tolta e legata in vita.
Le gambe saranno coperte da una calzamaglia lunga, sempre in materiale termico.
I piedi saranno invece coperti con un bel paio di calzini piuttosto spessi. Sono da preferire i calzini lunghi in modo da tenere coperti i polpacci. Prima di mettersi i calzini si consiglia di preparare il piede con dei balsami che garantiscano una buona circolazione del sangue.
Le mani dovranno essere coperte con guanti leggeri da togliere in caso di caldo eccessivo. Situazione che difficilmente avverrà se correrete ai poli Nord o Sud. Chi corre più veloce potrà coprirsi meno, specialmente in gara.
Durante quest'ultima, una maglia termica a mezze maniche con sopra una a maniche lunghe ed un paio di bermuda saranno più che sufficienti. I calzini dovranno allora necessariamente coprire il polpaccio. La canottiera sociale sarà l'ultimo indumento da indossare ed avrà scopo più decorativo che protettivo. Chi invece corre ad andatura più lenta, anche in gara, dovrà stare coperto come indicato in precedenza. Chi ha sofferenze intestinali o problemi digestivi, potrà indossare sopra la calzamaglia un paio di pantaloncini o addirittura, in caso "estremo" una cintura del tipo "Gibaud".

Le scarpe

Sulla neve si può correre bene con le normali scarpe da corsa munite di battistrada accentuato. Ottime a questo scopo le scarpe da Trial.

Il riscaldamento

Il freddo è consigliabile non affrontarlo subito correndo, è molto utile riscaldarsi prima in ambiente temperato. È preferibile eseguire esercizi di mobilizzazione generale, un po' di corsetta sul posto ed anche qualche esercizio di stretching prima di affrontare la corsa in ambiente freddo. Alla fine della corsa è saggio andare subito al caldo.

Suggerimenti vari

Pensando a quanti si allenano di notte e poi si fermano a fare stretching prima di salire in macchina, a costoro va detto di non restare a prendere del freddo inutilmente, ma di andare, prima possibile, in un luogo asciutto, cambiarsi e dopo fare stretching.
Quando è freddo è sconsigliabile eseguire allenamenti con accelerazioni e rallentamenti . Il Fartlek o le prove ripetute, per intenderci, sono da evitare proprio perché durante la corsa ad andatura più lenta il sudore può ristagnare a contatto con il corpo, creando condizioni ideali affinché avvengano malattie da raffreddamento. È preferibile rinviare l'esecuzione di questo tipo di allenamenti a quando la temperatura sarà meno rigida.
Quando c'è molto vento è molto utile correre a ginocchia basse, al fine di non sprecare inutilmente energia.
Se correte in gruppo, alternatevi in testa, chi è dietro prende meno ventate!
Durante i mesi " freddi ", per allenarsi, è preferibile scegliere le ore più calde della giornata , quelle a cavallo dell'ora di pranzo. Se il tempo è veramente inclemente, è meglio lasciar perdere, non allenatevi! Un giorno o due di mancato allenamento non influenzeranno negativamente l'esito delle prestazioni future.
Se invece ci si prepara per andare a correre al polo Nord o al Polo Sud, o in ogni caso a basse temperature, allora è meglio correre la mattina presto e la sera sull'ora del tramonto, quando il freddo è più intenso. Soprattutto si consiglia di non trascurate d'indossare l'abbigliamento che poi si vestirà durante la manifestazione podistica.
Se si abita in un luogo molto caldo e si vuole andare a correre al Polo Nord, è bene sapere che si sarà costretti a soffrire un po' di più almeno i primi due giorni, in seguito tutto si normalizzerà.



Fonte: Prof. Mario Testi
Testo del Prof.
Fulvio Massini
Docente di Atletica leggera presso l'ISEF di Firenze, Tecnico Nazionale Specialista di mezzofondo FIDAL



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DIMAGRIRE CORRENDO



Contrariamente all'opinione comune, l'allenamento per dimagrire con la corsa (jogging) all'aperto o, a casa, con il simulatore di corsa (pedometro), non deve mai essere particolarmente intenso; infatti, per bruciare grassi, bisogna esercitarsi a lungo, ma in modo blando
La respirazione non deve essere affannosa, ma deve consentire di poter parlare tranquillamente senza sentirsi mancare il fiato.

Allenamento esterno

Home fitness Attrezzi consigliati

tappeto rotanteoppure una bicicletta da camera

Per chi non ha tempo o non ha spazi verdi vicino alla propria abitazione, il tappeto rotante (o la bicicletta da camera) può realmente rappresentare una soluzione. L'allenamento interno ha anche dei vantaggi specifici:
  • il tappeto rotante ammortizza il passo e limita l'affaticamento della schiena;
  • il computer in dotazione consente di ottimizzare gli allenamenti modulando tempi, distanze e velocità e, nei modelli migliori, misurare il consumo calorico.

Tabella di allenamento standard

I settimanaII settimanaIII settimanaIV settimanacontinua...
3 giorni3 giorni3 giorni3/4 giorni3/4 giorni
10 minuti15 minuti20 minuti30 minuti30 minuti
Per aumentare l'efficacia, dalla quarta settimana e oltre, si possono aumentare i tempi, ma è in ogni caso sconsigliabile superare i 45'.



Dieta

L'attività fisica deve essere abbinata ad un regime dietetico adeguato. L'attività fisica da sola non è infatti sufficiente ad assicurare un dimagramento adeguato in tempi ragionevoli. Basti pensare che un kg di peso corporeo corrisponde a circa 7000 kcal e 30 minuti di corsa a intensità medio/bassa per una persona di 70 kg corrispondono a circa 285 kcal.

In generale non isogna con le calorie introdotte con gli alimenti il fabbisogno energetico giornaliero o, se si è in sovrappeso, conviene adottare adottare una dieta.
Nel caso la sudorazione sia notevole è opportuno compensarla con bevande che ripristino il bilancio idrico salino.



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ALLENAMENTO BASE


Per aumentare le capacità respiratorie (come comunemente si dice "farsi il fiato"), l’ossigenazione dei tessuti e l’attività del sistema cardio-vascolare si suggerisce un allenamento aerobico ad intensità medio/alta basato sulla corsa (jogging) all'aperto o con idonee attrezzature per l'home fitness, quali un tappeto rotante o una bicicletta da camera.

Allenamento esterno

fitness Attrezzi consigliati

tappeto rotante
oppure una bicicletta da camera.

Per chi non ha tempo o non ha spazi verdi vicino alla propria abitazione, il tappeto rotante (o la bicicletta da camera) può realmente rappresentare una soluzione. non ha spazi verdi vicino alla propria abitazione, il tappeto rotante (o la bicicletta da camera) può realmente rappresentare una soluzione. L'allenamento interno ha anche dei vantaggi specifici:
  • il tappeto rotante ammortizza il passo e limita l'affaticamento della schiena;
  • il computer in dotazione consente di ottimizzare gli allenamenti modulando tempi, distanze e velocità e, nei modelli migliori, misurare il consumo calorico.

Tabella di allenamento standard

I settimanaII settimanaIII settimanaIV settimanacontinua...
3 giorni3 giorni3 giorni3/4 giorni3/4 giorni
10 minuti10 minuti15 minuti20 minuti20 minuti


Frequenza cardiaca consigliata durante l'allenamento (si consiglia di utilizzare un cardiofrequenzimetro)



Dieta

L'attività fisica deve essere abbinata ad un regime dietetico adeguato. Non bisogna superare con le calorie introdotte con gli alimenti il fabbisogno energetico giornaliero o, se si è in sovrappeso, e' preferibile adottare una dieta.


Fonte: benessere.com



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II CARDIOFREQUENZIMETRO PER OTTIMIZZARE L'ALLENAMENTO

L’allenamento migliora la prestazione migliorando tutti i meccanismi connessi ad un determinato esercizio. Una caratteristica dell’allenamento è la specificità; deve cioè migliorare sostanzialmente solo la funzione che viene allenata, normalmente a scapito della funzione che, dal punto di vista fisiologico, ha caratteristiche opposte. Così ad esempio, nella corsa si vuole migliorare la funzione cosiddetta “aerobica" e questo si verifica a scapito della funzione “anaerobica ”. Ma anche nell'ambito dell'allenamento "aerobico" ci possono essere obiettivi molto diversi da raggiungere, e ciascuno di questi obiettivi richiede un tipo di allenamento specifico.

Il parametro più importante per modulare l'allenamento è l'intensità dello sforzo , ma come valutare l'intensità dello sforzo in termini oggettivi? ...Misurando la frequenza cardiaca.

Gittata cardiaca e lavoro muscolare

Il flusso di sangue nei muscoli aumenta in proporzione all'aumento di richiesta energetica. Questo avviene attraverso un convogliamento di maggiore quantità di sangue verso i muscoli che lavorano e con un aumento della gittata cardiaca .

Il sistema cardiocircolatorio realizza tali adattamenti funzionali aumentando la frequenza cardiaca e dirottando il sangue nei distretti interessati. Nel corso di tali processi la pressione arteriosa viene mantenuta costante. La frequenza cardiaca varia per l'azione dei nervi che innervano il cuore e per l'azione degli ormoni circolanti (adrenalina che ne causa un aumento e l''acetilcolina che causa bradicardia): questo costituisce il "controllo estrinseco" della frequenza cardiaca.




Gittata cardiaca e frequenza cardiaca a riposo

La gittata cardiaca a riposo varia in funzione della situazione emotiva che da origine a influssi nervosi discendenti dalla corteccia. In madia è pari a 5 litri al minuto e non varia tra soggetti allenati e non. La gittata cardiaca è data dal prodotto tra la gittata pulsatoria per la frequenza cardiaca.

Il soggetti non allenati (maschi sani) la gittata cardiaca di 5 litri al minuto si ottiene con una frequenza di 70 battiti al minuto e una gittata pulsatoria di 71 mL (Nel sesso femminile i valori sono inferiori di circa il 25%).

I soggetti allenati per prove di resistenzaottengono la stessa gittata cardiaca con una frequenza relativamente bassa (ad esempio 50 battitti al minuto) e una gittata pulsatoria maggiore (ad esempio 100 nL). Il cuore ha maggiori dimensioni.

La frequenza cardiaca a riposo deve essere misurata al mattino, poco dopo il risveglio.

Frequenza cardiaca durante l'allenamento

Il valore della frequenza cardiaca massima per un soggetto si può calcolare con questa semplice formula

220 - età (in anni)

L'intensità dell'allenamento si può modulare in funzione di percentuali di tale frequenza massima, in particolare:

50 - 60 %Attività molto moderata (adatta per chi deve rieducare l'organismo all'attività fisica. Es. corsa lentissima)
60 - 70 %Attività finalizzata al DIMAGRAMENTO(adatta per attività di rigenerazione o per ottenere un dimagramento corporeo)
70 - 80 %Attività intensa (Solo per chi è già allenato e vuole mantenere e sviluppare l'allenamento))
89 - 90 %Attività agonistica (Solo per chi intende reggiungere risultati a livello agonistico.)



Il cardiofrequenzimetro

Un tempo si misurava il battito cardiaco contando le pulsazioni. Ciò comportava però molte imprecisioni: fermandosi per misurare i battiti, questi diminuivano ed il conteggio poteva portare a degli errori. Oggi, i moderni cardiofrequenzimetri consentono una misurazione precisa durantel'attività fisica permettendo una reale ottimizzazione dell'allenamento.



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Test di cooper


Il test di resistenza più utilizzato nella pratica sportiva è il cosiddetto "Test di Cooper". Il test consiste nel percorrere più strada possibile (correndo o camminando) in un tempo fisso:

12 minuti

Per eseguire correttamente il test di Cooper è richiesto un cronometro ed un percorso (pista, tratto stradale, ecc.) conosciuto per sviluppo metrico, dal quale poter ricavare la distanza percorsa nel tempo stabilito. Questo test ha il vantaggio di poter essere eseguito da soli, senza apparecchiature sofisticate o l'assistenza di un operatore, ma richiede una certa esperienza per dosare progressivamente lo sforzo durante il tempo stabilito.

Per valutare il livello del risultato del test di Cooper consultare la seguente tabella:

LIVELLOSessoEtà
13-1920-2930-3940-4950-5960+
Molto scarsoM<2,08<1,95<1,89<1,82<1,65<1,35
ScarsoM2,1-2,21,9-2,11,9-2,11,8-2,01,6-1,91,4-1,6
DiscretoM2,2-2,52,1-2,42,1-2,32,0-2,21,0-2,11,6-1,9
BuonoM2,5-2,72,4-2,62,3-2,52,2-2,52,1-2,31,9-2,1
OttimoM2,8-3,02,6-2,82,5-2,72,5-2,62,3-2,52,1-2,5
SuperioreM>3,0>2,8>2,7>2,6>2,5>2,5
Molto scarsoF<1,60<1,45<1,50<1,41<1,34<1,25
ScarsoF1,6-1,91,5-1,81,5-1,71,4-1,61,3-1,51,2-1,4
DiscretoF1,9-2,11,8-1,91,7-1,91,6-1,81,5-1,71,4-1,6
BuonoF2,1-2,32,0-2,11,9-2,11,8-2,01,7-1,91,6-1,7
OttimoF2,3-2,42,1-2,32,1-2,22,0-2,11,9-2,11,8-1,9
SuperioreF>2,4>2,3>2,2>2,2>2,1>1,9


L'uso di tappeti rotanti dotati di display con indicazione della distanza percorsa facilitano lo svolgimento del test.

Casi in cui bisogna evitare di fare il Test di Cooper

Nelle circostanze indicate si consiglia di evitare il test di Cooper o di effettuarlo sotto controllo medico:

  • malattie acute o croniche dell'apparato respiratorio
  • febbre
  • ipertensione grave (Sistolica (massima) 160mmHg)
  • lesioni organiche
  • infiammazioni o infezioni in corso
  • assunzione di farmaci


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Benessere in corsa


La pratica di una qualsiasi attività fisica contribuisce a farci sentire meglio e ci fa vivere più a lungo.

L’attività sportiva meno costosa e di più facile accesso è la corsa.

E’ ormai ampiamente dimostrato che correre regolarmente fa bene alla salute, abbassa la quantità di zuccheri nel sangue, aiuta la circolazione, fa perdere peso e stimola il buon umore. Unica regola da osservare è quella di non esagerare e seguire alcuni semplici consigli pratici.

Correre fa bene ...

Studi condotti hanno dimostrato che la corsa fa bene al cuore, migliora l’efficienza cardiaca e circolatoria grazie all’immissione in circolo sotto sforzo di sostanze vasodilatatrici. Queste sostanze svolgono la loro azione sui muscoli e sulle arterie: i vasi arteriosi, grazie all’azione di vasodilatazione, aumentano di calibro e mantengono questa dilatazione anche con il cessare dell’attività fisica; il sangue circolante, quindi, incontra meno resistenze nei vasi e tutto ciò favorisce l’abbassamento della pressione arteriosa. L’ipertensione arteriosa è certamente un fattore di rischio per l’insorgenza di malattie cardiovascolari, ma praticare la corsa a bassi ritmi e senza sforzi violenti, indicazione questa importante specialmente per le persone che hanno la pressione troppo alta, serve come prevenzione per queste patologie del cuore e del circolo.
La pratica costante della corsa giova alla frequenza cardiaca che diminuisce a riposo. Il miglioramento dell’attività del cuore va a vantaggio di eventuali altre attività sportive svolte e della vita quotidiana.
Altro fattore di rischio per le patologie cardiache è il valore troppo alto di colesterolo nel sangue: la corsa aiuta anche in questo caso. Alcuni studi americani hanno evidenziato che correre per 6 mesi, per 45 minuti al giorno, per 5 giorni alla settimana, aumenta il valore di HDL (colesterolo buono) del 14-15% e porta a una diminuzione dei trigliceridi. Il colesterolo buono ha la funzione di “spazzino” nei confronti del colesterolo LDL, definito cattivo perché tende a depositarsi sulle pareti interne dei vasi, ostruendo il lume vasale ed ostacolando il flusso sanguigno. Incrementare il valore di HDL ha quindi un effetto preventivo nei confronti della ipercolesterolemia e della arteriosclerosi.

Chi corre perde peso più facilmente rispetto ai sedentari e il risultato si ottiene correndo per circa un’ora alla settimana per alcuni anni. Dimagrire è importante certamente per motivi estetici, ma soprattutto per risolvere una serie di problemi maggiori che l’obesità determina. Il grasso in eccesso favorisce l’instaurarsi dell’arteriosclerosi, di disturbi cardiaci, circolatori ed epatici. Il grasso distribuito a “mela”, cioè localizzato specialmente all’addome, è più pericoloso di quello a “pera”, cioè distribuito sui fianchi e sulle cosce. Fortunatamente l’adipe dell’addome viene eliminato facilmente con l’attività sportiva e in modo particolare con la corsa. Si ottiene il dimagrimento quando diminuisce il contenuto di grasso negli adipociti, cioè le cellule di deposito. L’eliminazione dei grassi avviene attraverso un processo chiamato lipolisi , che viene stimolato negli adipociti durante la corsa: da queste cellule escono i grassi che vengono in seguito utilizzati dai muscoli come fonte di energia. Il grasso corporeo diminuisce e questo porta un vantaggio sia all’estetica che alla salute.

Altro effetto benefico della corsa è quello di ridurre gli zuccheri circolanti nel sangue. Una ricerca, effettuata su un gruppo di soggetti in terapia con insulina o con farmaci ad effetto ipoglicemico e su un certo numero di pazienti con un elevato valore di glicemia, ha dimostrato che un periodo di allenamento con corse e camminate associato ad un regime dietetico appropriato ha dato risultati più che positivi. Il 39% dei soggetti, alla fine di questo periodo, ha potuto sospendere la terapia medica e il 71% ha potuto alternare periodi con farmaci ad altri senza. Questo risultato è spiegato dal fatto che lo sport abitua il muscolo a prelevare una maggior quantità di glucosio dal sangue e ciò è di estrema importanza per i diabetici che convivono con il problema dell’iperglicemia. Lo sport insomma tiene sotto controllo il tasso degli zuccheri.

Lo stress, l’ansia e tutti i disturbi conseguenti migliorano quando si pratica sport. La ghiandola coinvolta maggiormente da queste condizioni emotive è la surrenale che immette nel sangue le catecolamine responsabili dell’aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e delle caratteristiche reazioni all’ansia. La corsa si rivela molto utile nel dominare lo stress e nel neutralizzare i sintomi fisici, forse grazie alla capacità di stimolare la produzione di endorfine, sostanze prodotte dall’organismo, che danno sensazioni simili a quelle indotte dalla morfina tra le quali è importante specialmente la capacità di sopportare il dolore.

Come correre

L’approccio con la corsa, come con qualsiasi altra attività sportiva, deve essere graduale e lento. Alcuni consigli sono essenziali per avvicinarsi alla corsa quando si è inesperti: è meglio non correre quando si è troppo stanchi, quando si è dormito poco, durante periodi di convalescenza o quando si è affetti da malattie anche lievi, come il raffreddore o il mal di gola.
Sono da evitare le gare con i compagni di corsa, specialmente alle prime uscite quando non si ha un allenamento sufficiente, per poter evitare il rischio di incidenti, di infortuni muscolari o un affanno eccessivo; è consigliabile, durante le prime settimane, lavorare sulla quantità, cercando di aumentare il numero di chilometri percorsi in modo graduale ed evitare inutili gare di velocità; evitare le giornate troppo calde ed afose che porterebbero facilmente a problemi di disidratazione e al colpo di calore; ma anche quelle gelide. Correre su strade non sconnesse al fine di non danneggiare le caviglie, evitare la corsa continua sull’asfalto che causa spesso problemi ai tendini, e, se possibile, correre in ambienti non troppo inquinati. Correre sulla pista di tartan provoca sollecitazioni eccessive a carico dei muscoli e dei tendini, con conseguenti disturbi infiammatori e, talvolta, microfratture a livello del piede.

Allenarsi almeno 3 volte alla settimana a giorni alterni per permettere al fisico di recuperare, correndo con un ritmo blando, per 5 minuti e aumentando gradualmente sia il tempo che la velocità; eseguire esercizi di streching alla fine della corsa.
Ognuno di noi corre assumendo un suo stile, infatti non esiste una posizione standard, ma certo rispettare alcune regole aiuta ad evitare inutili rischi. Ideale è correre con i muscoli del collo rilassati e tenere la testa in una posizione fissa, non troppo avanti o troppo indietro. Le spalle devono essere decontratte, il busto leggermente inclinato in avanti per riuscire a correre in scioltezza. Non si deve correre a ginocchia alte e sulla punta dei piedi; evitare insomma di saltellare verso l’alto piuttosto che procedere in avanti. Il passo non deve essere particolarmente lungo e il piede deve essere tenuto il più possibile aderente al suolo. Cercare di sincronizzare il movimento delle braccia, comunque siano tenute, con quello delle gambe. Quando si corre in salita cambiano leggermente alcuni particolari della posizione. La testa, le spalle e il busto vengono leggermente inclinati in avanti per potersi muovere più agilmente e con meno fatica; il passo diventa più corto di quello effettuato in pianura, si spinge sulle punte dei piedi facendo leva sulle caviglie e sulla muscolatura anteriore della gamba e della coscia; le braccia, sincrone al movimento delle gambe, aiutano nella spinta in avanti, più o meno come si fa con i bastoncini nello sci di fondo. La discesa viene affrontata con la testa rilassata e dritta, con il busto ancora inclinato in avanti, evitando di inarcare la schiena all’indietro, con il passo corto e il piede aderente al terreno, evitando di correre sui talloni e a balzi, perché ciò comporterebbe danni al ginocchio e al tendine di Achille e con le braccia che accompagnano il movimento in scioltezza, senza farle ciondolare mollemente lungo il corpo. La posizione corretta evita certamente alcuni danni e dolori agli arti, ma anche chi corre in modo corretto non è immune da alcuni piccoli fastidi evitabili con semplici accorgimenti. Quei dolori muscolari tardivi, che si manifestano il giorno dopo alla coscia e al polpaccio, scompaiono spontaneamente, ma migliorano più velocemente se la parte viene massaggiata, se viene eseguito lo streching. I crampi, che sovente interessano il polpaccio, la parte posteriore della coscia e il piede, provocati da una mancanza di sali persi con il sudore, possono essere evitati facendo uso di preparati salini specifici e bevendo molto.

Quando si pratica la corsa, sia a livello agonistico che a livello amatoriale, è opportuno controllare la frequenza cardiaca proprio per trarre il maggior giovamento dalla pratica di questa attività sportiva. Prima di tutto bisogna stabilire quale tipo di corsa viene praticato e, di conseguenza a questo, stabilire quale livello di frequenza cardiaca mantenere. La frequenza cardiaca massima teorica viene calcolata = 200 - età.

Per la corsa lenta la frequenza deve essere il 50-60% della massima, per quella a ritmo moderato, quando si pone come traguardo il dimagrimento, è consigliato un valore corrispondente al 60-70% della massima. Chi pratica la corsa veloce deve avere una frequenza cardiaca intorno al 70-80% della massima mentre questo valore sale all’80-90% in caso di corsa agonistica.

La corsa, quindi, è l’attività fisica più semplice, alla portata di tutti e ci permette di ottenere buoni risultati con un impegno minimo.

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