lunedì 23 novembre 2009

Sport Remieri


A cura del Prof. Mario Testi
Testo del Prof. Giancarlo Pellis
Preparatore atletico,
docente presso la Scuola Centrale
dello Sport del CONI di Roma

Lo sport remiero, in generale, impegna gran parte dei gruppi muscolari dell'atleta ed è particolarmente formativo poiché per raggiungere dei significativi risultati sportivi devono essere sviluppate particolari doti caratteriali quali: impegno, sacrificio e costanza negli allenamenti. Può essere un'ottima attività turistico-ricreativa che porta il praticante a tu per tu con la bellezza della natura e a sfidarne la forza, come nel caso del kayak.
La pratica di quest'attività presuppone la conoscenza di regole bio-meccaniche alle quali l'atleta deve assoggettarsi, affinché la sua tecnica di voga si adatti alle leggi fisiche che regolano l'avanzamento di un'imbarcazione nell'acqua. Tale conoscenza può essere ugualmente utile al neofita per poter immediatamente capire i gesti tecnici da eseguire, trasformando così la soddisfazione dell'apprendimento in divertimento.

Idrostatica

Un'imbarcazione, come ogni corpo galleggiante, è soggetta al principio d'Archimede. In altre parole, a quel principio fisico per il quale ogni corpo immerso in un liquido riceve una spinta verticale (Sv) dal basso verso l'alto, pari al peso del volume del liquido spostato. Da ciò si deduce che un'imbarcazione posta nell'acqua è sottoposta all'azione di due forze in equilibrio tra loro: il proprio peso (P) (scafo, attrezzatura di bordo ed equipaggio), e la spinta verticale (Sv).
Lo scafo è strutturato in due parti: la carena , e l'opera morta.
La carena è la parte immersa, che sposta il volume d'acqua definito "dislocamento ", sulla qual è distribuita la spinta verticale (Sv) di sostentamento da parte dell'acqua (spinta d'Archimede) che equilibra il peso (P) dell'imbarcazione. Opera morta è tutta la parte emersa che può essere ritenuta come una riserva di spinta e che permette alla barca di galleggiare, entro certi limiti, anche aumentando il suo peso.
Il galleggiamento è quindi possibile solo quando il peso (P) è inferiore al dislocamento.

La stabilità dell'imbarcazione è determinata dalla disposizione, sullo stesso asse mediano, del punto d'applicazione del peso (P) e di quello della spinta verticale (Sv). Il primo deve sempre trovarsi in una posizione inferiore rispetto al secondo e la loro distanza è direttamente proporzionale alla stabilità stessa.

Nel pozzetto (la zona interna dello scafo) si dispone l'equipaggio per manovrare l'imbarcazione (propulsione e direzione). Negli sport remieri, il remo è il mezzo propulsivo della barca; è composto da un manico e da una pala situata alla sua estremità.
Meccanicamente il remo è una leva di secondo grado. Ha il fulcro nel baricentro della pala, il punto di potenza nell'impugnatura posta all'estremità opposta del manico (sulla quale il rematore esercita la propria forza). Il punto di resistenza, situato tra fulcro e potenza, trasmette la forza del rematore all'imbarcazione traducendola in avanzamento. Il remo può essere appoggiato sullo scafo (canottaggio) o tenuto in mano dal rematore (kayak e canoa). Tale distinzione determina la posizione che assume l'equipaggio all'interno del pozzetto.
Ogni qualvolta il remo appoggia sullo scafo tramite lo scalmo, la posizione di voga dell'atleta è di spalle alla direzione d'avanzamento. Invece, quando il remo é tenuto in mano dal singolo membro dell'equipaggio, in altre parole quando non appoggia su nessuna parte dello scafo, la posizione di voga é frontale alla direzione d'avanzamento.

Idrodinamica

L'avanzamento dello scafo nell'acqua è contrastato dalla resistenza prodotta dall'attrito esistente tra le particelle di liquido e lo scafo della barca.
La forza di resistenza è direttamente proporzionale alla forma dell'imbarcazione, alla sua superficie, alla sezione traversa e alla velocità. E' costituita nella sua totalità dalla somma della:

  1. Resistenza d'attrito o corrente di scia (87%), prodotta dalla massa d'acqua che è messa in movimento dal passaggio della barca

  2. Resistenza dell'onda (circa 8%), l'energia ceduta dalla barca all'acqua per la formazione ed il mantenimento del moto ondoso che accompagna qualunque corpo in movimento in un liquido

  3. Resistenze addizionali (5%) che dipendono dalla somma dagli attriti determinati dal timone, dalla deriva, dal remo, dal fondale basso, dal moto ondoso della superficie dell'acqua e dal vento.

Cinematica

La remata, come la corsa, o il nuoto, è un movimento ciclico, ossia una successione di movimenti molto simili che si susseguono in maniera continua e ritmica. Il gesto specifico cambia, però, notevolmente a seconda del tipo d'imbarcazione ma, generalmente, si distinguono sempre le seguenti fasi:

  • Attacco (immersione del remo nell'acqua);
  • Passata (fase propulsiva);
  • Svincolo (sollevamento della pala dall'acqua);
  • Ripresa (ritorno alla posizione d'attacco).

Dinamicamente la successione di queste fasi determinano la spinta d'avanzamento. Appena immerso il remo nell'acqua (fase d'attacco), la forza di spinta è nulla, incomincia a trasformarsi in propulsione nel momento in cui ha inizio la passata. Da questo momento la forza cresce fino ad arrivare ad un valore massimo (picco) per poi decrescere annullandosi al momento dello svincolo.

Nelle imbarcazioni dove la propulsione avviene con l'utilizzo contemporaneo di due remi, assume particolare importanza la simultaneità delle spinte esercitate con ogni singolo remo . Infatti, affinché ci possa essere il massimo rendimento nell'avanzamento, è fondamentale che il picco massimo raggiunto da ogni rematore, sia espresso nello stesso istante. Soltanto rispettando tale condizione temporale, la propulsione trasmessa alla barca potrà essere la sommatoria delle singole spinte prodotte da ogni membro dell'equipaggio e di conseguenza poter far raggiungere alla barca la massima velocità d'avanzamento.

Rappresentazione schematica di come si possono sommare le spinte d'ogni singolo remo. Nella parte sinistra (grafici rossi) è riportato un esempio di spinta asimmetrica: quella del primo remo raggiunge il picco in un tempo più lungo del primo remo. Ne risulta che la spinta complessiva (grafico in basso) ha un valore più basso di quella della parte opposta (verde) che risulta dalla sommatoria di due spinte che raggiungono il picco nello stesso momento.

Al contrario, spinte prodotte in tempi diversi, tendono ad abbassare il picco risultante, creando un'asimmetria tra le spinte, tendente a far deviare la barca dalla sua rotta ideale.
Il timone è il dispositivo che, posto a poppa dell'imbarcazione, permette all'equipaggio di mantenere la barca su una precisa rotta di navigazione.

Canottaggio

Le imbarcazioni si dividono in:

  • Barche di punta : nelle quali ogni vogatore impugna con ambedue le mani un solo remo;
  • Barche di coppia : nelle quali ogni singolo membro dell'equipaggio impugna un remo per mano.
Le imbarcazioni sono anche suddivise in:
  • Barche regolamentari o jole di mare: costruite in legno con precisi requisiti di lunghezza, larghezza, profondità e peso - di coppia: canoino e doppio canoino - di punta: 2 jole, 4 jole, 8 jole;
  • Barche libere o olimpiche: costruite senza alcuna limitazione costruttiva né nelle dimensioni né nei materiali. - di coppia: singolo, doppio, 4 senza, 4 con - di punta: 4 con, 4 senza, 2 senza (timoniere), 2 con, 8 con (senza e con si riferiscono alla presenza o meno del timoniere a bordo dell'imbarcazione).


Le prime sono: di coppia - canoino e doppio canoino; di punta - 2 jole, 4 jole, 8 jole; quelle olimpiche, di coppia - singolo, doppio, 4 senza, 4 con; di punta - 4 con, 4 senza, 2 senza (timoniere), 2 con, 8 con (senza e con si riferiscono alla presenza o meno del timoniere a bordo dell'imbarcazione).
Queste imbarcazioni sono caratterizzate dalla presenza all'interno del pozzetto del carrello mobile , sul quale il canottiere si siede. Il carrello gli permette di utilizzare, durante la passata, la spinta determinata dalla forza prodotta dalla muscolatura estensoria degli arti inferiori. Il carrello mobile, che scorre su due guide, è completato da una pedaliera , munita di cinghia, per mezzo della quale l'atleta può bloccare i piedi e, durante la ripresa, riportare gli arti inferiori nella posizione raccolta.
Oltre al carrello, l'imbarcazione è munita discalmo che può essere posto sul bordo dell'imbarcazione (barche regolamentari) o sporgere all'esterno (barche olimpiche). Lo scalmo è il punto d'appoggio del remo e serve per trasmettere la forza esercitata dall'atleta sullo stesso, quindi alla barca per farla avanzare.
Il remo è inserito nello scalmo e trattenuto dal collare di arresto che lo divide in un braccio interno (distanza tra resistenza e potenza) e braccio esterno (distanza tra fulcro e resistenza).
Il braccio totale è la distanza tra il fulcro e la potenza.
Il rapporto tra braccio totale e braccio esterno, determina il rapporto di propulsione : maggiore è il braccio totale rispetto al braccio esterno, più favorevole risulta la leva e quindi più vantaggioso sarà il lavoro espresso.
In base a tale principio, una caratteristica delle barche olimpiche è quella di avere il braccio porta-scalmo , in altre parole, una soluzione tecnica che sposta verso l'esterno dell'imbarcazione, lo scalmo stesso, in modo da poter modificare il rapporto di propulsione, adattandolo alle varie caratteristiche antropometriche dell'equipaggio ed alla stazza dell'imbarcazione. Sulle barche olimpiche, lo scalmo, può sporgere dallo scafo di una misura che, dal centro della barca, può variare dai 160 cm. nelle barche leggere (esempio nel singolo) agli 80 cm nella barche pesanti (esempio nell'otto). Tale tecnologia costruttiva ha influenzato, sostanzialmente, la stazza delle barche olimpiche che sono state realizzate riducendo al minimo la sezione trasversale e con essa l'attrito di avanzamento.
Il braccio porta-scalmo non può essere adottato sulle barche regolamentari, poiché lo scalmo è fissato sul bordo dello scafo. Per creare condizioni di leva più favorevoli, in queste barche più larghe che quelle libere, si è spostato lateralmente il carrello scorrevole, dalla parte opposta dello scalmo oltre la mezzeria.

Cinematica della remata

Nella fase di attacco, la posizione del canottiere è ad arti inferiori piegati con le ginocchia a contatto del petto, busto flesso in avanti, ed arti superiori tesi in avanti; il remo ha la pala nella posizione più avanzata possibile.
Immediatamente dopo alla sua immersione in acqua, la pala, deve avere la stessa velocità di avanzamento della barca. Se in questa fase il remo avrà una velocità inferiore rispetto a quella già posseduta dalla barca, agirà da freno.
Al contrario, se il remo avrà una velocità superiore, tenderà a "tagliare l'acqua", in altre parole, spingerà indietro una massa d'acqua senza determinare avanzamento, perdendo così efficacia nella spinta ed abbassando notevolmente il rendimento della remata nella fase successiva. Nella passatatutta la pala deve trovarsi sotto il pelo dell'acqua. Nella sua fase iniziale la spinta è prodotta dal rematore con l'estensione degli arti inferiori, il raddrizzamento del busto ed un limitato piegamento degli arti superiori.
In seguito sono gli arti superiori che proseguono l'azione coadiuvati dall'inclinazione in dietro del tronco. La fase di svicolo è eseguita sollevando la pala con una leggera rotazione dei polsi, tale azione anticipa la fase di ripresa che riporta il rematore in una nuova posizione d'attacco.

Teoricamente il massimo rendimento nella remata si ottiene quando la pala (fulcro) restaperfettamente immobile nello stesso punto nel qual è stata immersa. Il canottiere tirando a sé il remo (dalla posizione nera a quella rossa) trascina il punto di resistenza (dal punto nero al punto rosso) facendo, così, avanzare la barca.
In realtà ciò non accade poiché il fulcro appoggia su una superficie fluida che può spostarsi. Minore risulterà tale spostamento, più redditizia sarà la remata. Quest'ultima può, comunque, arrivare al 70% circa della massima potenza espressa dal rematore, il restante 30% di energia muscolare è utilizzata per muovere la massa d'acqua contenuta dalla pala e non per creare avanzamento.

Bio-meccanica della remata

Nella fase di passata, agiscono simultaneamente i grossi gruppi muscolari del tronco, degli arti inferiori e degli arti superiori che possono essere elencati in funzione delle singole azioni motorie richieste dalla passata:

GRUPPI MUSCOLARI INTERESSATI

Flessione delle dita (in maniera statica per afferrare il remo)muscoli flessore delle dita e flessore palmare della mano
Flessione dell'avambraccio sul bracciobicipite brachiale, brachiale anteriore, brachioradiale
Retroposizione della spallaparte acromiale del deltoide, gran dorsale, trapezio, romboide
Estensione del bustomuscoli spinali
Estensione della coscia sul bacinopiccolo, medio e gran gluteo
Estensione della gamba sulla cosciamuscolo quadricipite femorale
Estensione del piede sulla gambamuscolo tricipite surale

Bio-energetica - allenamento

Le gare si svolgono su distanze di 1000 m per le femmine, 2000 m per i maschi, la cui durata varia dai 3 minuti in su, per le donne, e dai 5'.30" in su per gli uomini.
Dato che le gare si svolgono in condizioni ambientali variabili (vento, moto ondoso, profondità del fondale), nel canottaggio non esiste un record cronometrico assoluto.
Dal punto di vista bio-energetico, comunque, la prestazione, è determinata da un elevato impegno del sistema aerobico (70-80%) e da quell'anaerobico (20-30%).
L'allenamento a secco, quindi, deve prevedere una buon condizionamento organico, effettuabile al remoergometro oppure attraverso la corsa, con i criteri riportati in "In forma con l'IN/OUT DOOR TRAINING".
Inoltre è indispensabile una buona preparazione orientata al miglioramento della forza muscolare. Gli esercizi principali sono:

La trazione degli arti superiori alla row machine La distensione degli arti inferiori alla pressa

Quest'ultimo esercizio è consigliabile eseguirlo partendo da una posizione di piegamento degli arti inferiori molto accentuato, come nella remata reale.
Il carico di lavoro deve essere circa il 50% del massimale e le ripetizioni da eseguire nella serie, devono essere oltre le 20.

Kayak - K1, K2, K4 (il numero indica la composizione dell'equipaggio)

Il kappista siede all'interno della sua barca (pozzetto) in una posizione quasi centrale, su un seggiolino anatomico regolabile in altezza e longitudinalmente. I piedi sono appoggiati sul puntapiedi, anch'esso regolabile longitudinalmente.
Il pozzetto può essere chiuso da un gonnellino, in altre parole, una membrana forata al centro, che l'atleta veste ponendolo all'altezza della vita, mentre la parte esterna, lungo la quale corre un elastico, è fissata sul bordo del pozzetto. In questo modo l'interno dell'imbarcazione viene "isolato" dell'esterno, evitando che la barca si possa riempire di acqua ed allo stesso tempo che il vento possa, entrando nello scafo, produrre un effetto vela, disturbando così la rotta di navigazione.
Sul kayak è permesso il timone che è governato con gli arti inferiori.

La pagaia del kayak (remo) ha una pala ad ogni estremità dell'asta. Le due pale hanno la concavità ruotata di circa 80-90 gradi l'una rispetto all'altra. La pagaia è afferrata dal kappista a circa 15-20 cm dall'inizio della pala ed immersa alternativamente a destra ed a sinistra. La lunghezza della pagaia (asta) può variare in funzione della grandezze antropometriche del kappista, mentre le dimensioni della pala restano generalmente costanti.
Il remo non trova alcun punto di appoggio sull'imbarcazione. Ciò determina che le fasi nelle quali si sviluppa la cinetica della remata siano caratterizzate da una particolare dinamica.

Attacco - Immersione della pala inizia con la rotazione del busto a partire dall'anca, un braccio si estende in avanti mentre l'altro rimane all'altezza della spalla con il gomito basso e leggermente in fuori. I piedi appoggiano quasi uniti sul puntapiedi con al centro la leva del dispositivo di timonaggio.

Passata - Il braccio più vicino alla pala immersa, tira la pagaia verso poppa (punto di resistenza del remo), l'altra mano posta in prossimità della pala emersa, spinge in direzione opposta (punto di potenza). Contemporaneamente il kappista distende la gamba posta dallo stesso lato puntellando il piede sul puntapiede, avendo così un punto di forza attorno al quale la spinta è aiutata con la torsione del tronco, fintantoché la pagaia arriva all'altezza dell'anca.

Svincolo - E' l'estrazione della pala dall'acqua, che avviene quando la pala è arrivata all'altezza del bacino. Il movimento non deve sollevare acqua.

Ripresa - E' il lavoro aereo del cambio di lato, per iniziare la pagaiata dal lato opposto. Durante tale fase avviene anche la rotazione della pagaia tra le mani del kappista necessaria, vista la diversità di posizione della pala rispetto l'asse longitudinale della pagaia stessa.

Canoa canadese - C1, C2, C4 (il numero indica la composizione dell'equipaggio)

L'atleta si pone con un ginocchio sul fondo della barca, con l'altra gamba divaricata in avanti e piegata a 90 gradi, in modo da appoggiare la pianta del piede. Il ginocchio poggia su un cuscino regolabile in altezza, mentre il piede è fissato all'imbarcazione tramite una speciale scarpetta a sua volta regolabile longitudinalmente. Il cuscino e la scarpetta montati su un'intelaiatura, vengono a formare l' "impostazione" che è bloccata sul fondo della barca. La scarpetta ha la possibilità di essere ruotata (internamente o esternamente) in funzioni delle caratteristiche tecniche dell'atleta, in altre parole, alla sua tendenza a remare immergendo il remo a sinistra o a destra dell'imbarcazione.
La pagaia del canoista presenta una sola pala posta ad un'estremità che è immersa nell'acqua. E' di lunghezza e larghezza variabile secondo la forza dell'atleta e dell'imbarcazione. Generalmente è lunga e stretta quella del C1 (con un solo uomo di equipaggio), larga e corta quella da C2 (con due uomini di equipaggio). Il canadesista afferra la pagaia con entrambe le mani, una alla sommità ed una in prossimità della pala. Il remo in nessun caso deve trovare un punto di appoggio sull'imbarcazione.
La pagaiata nella canoa canadese è asimmetrica ed avviene sempre su un solo lato della barca.
La canoa canadese (C1 e C2) non hanno nessun sistema di timonaggio; ciò determina che la pagaiata del canadesista singolo (C1), si differenzia dalla pagaiata del C2 poiché la remata da un solo lato favorisce la rotazione della barca in senso contrario.

Nella fase di attacco il canoista deve cercare di limitare il movimento rotante della prua che si viene inevitabilmente a creare. Durante tale fase il canoista antepone la spalla corrispondente al lato di voga, ruotando il tronco ed estendendo il braccio corrispondente.

Nella passata compie una completa torsione del tronco; la spalla corrispondente al lato di voga si porta in dietro ed il braccio tende a chiudersi accompagnando la torsione.

Lo svincolo è caratterizzato dal fatto che può essere necessario correggere la rotta di navigazione; in questo caso lo svincolo dovrà essere compiuto simulando un movimento a J, con un preciso movimento del polso.

Nella fase di ripresa , azione che ripristina la posizione iniziale di attacco, l'atleta esegue una torsione del busto nella direzione contraria a quella compiuta durante la passata.

Le gare (canoa - kaiak)

Le gara su acque calme per le imbarcazioni K1, K2, K4, C1, C2, C4, sono: 200 m, 500 m, 1000 m, 5000 m ; tali distanze possono diminuire in base alla categoria età degli atleti.

Maratona - K1, K2, C1, C2 I concorrenti percorrono una lunga distanza superiore ai 30km, in acque dalle più diverse condizioni (calme o turbolenti). Se previsto dal percorso, sono possibili anche trasbordi dell'imbarcazione per superare ostacoli e poter raggiungere un altro corso d'acqua.

Slalom - K1, C1, C2 E' una gara che consiste nell'effettuare, senza errori e nel più breve tempo possibile, un percorso tracciato su acque "vive", definito da un massimo di 25 porte (sospese) e non urtabili, di cui almeno 6 poste controcorrente. Nelle imbarcazioni da slalom sono vietati i timoni.

Gare di discesa - K1, C1, C2 La gara di discesa ha lo scopo di evidenziare la capacità di controllo del concorrente. Ha luogo in acque correnti, discendendo un percorso prestabilito nel più breve tempo possibile. Il percorso deve avere una lunghezza compresa dai 3 ai 4.5 km e deve prevedere difficoltà tecniche rilevanti.
Nelle competizioni di discesa sono previste le gare sprint , articolate in due prove da 500 -1000m da ripetersi due volte.

Canoa polo La canoa polo è giocata da due squadre di 5 elementi ciascuna. Lo scopo di ciascuna squadra è quello di tirare una palla nella porta avversaria e di impedire alla squadra avversaria di impossessarsi della palla o di segnare dei goals. Il pallone è mosso utilizzando la pagaia o la mano. Ovviamente la squadra che segna più goals è quella che vince la partita.

Curiosità'

  • La gara storicamente più rappresentativa del canottaggio è la sfida tra le Università di Oxford e di Cambridge che dal 1829 si svolge ancora oggi da Mortlake a Putney Bridge. In quella data si aprì l'era moderna del canottaggio;
  • Nel 1828 l'inglese Rodlry ideò il primo "fuoriscalmo";
  • Nel 1857 l'americano S.C. Rabkok invento il sedile scorrevole;
  • Nel 1888 nasce la Federazione Italiana Canottaggio a Torino;
  • La gondola è un esempio di barca con lo scalmo nella quale il rematore voga con la faccia rivolta nella direzione di avanzamento;
  • La passata è un termine usato impropriamente poiché nella remata il remo "dovrebbe" rimanere fermo nell'acqua mentre l'imbarcazione avanza.
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