sabato 19 dicembre 2009

ANTIOSSIDANTI



"Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, ne' in eccesso ne' in difetto, avremmo trovato la strada per la salute." (Ippocrate, 460-377 a.C).

Gli effetti benefici del connubio tra alimentazione ed esercizio fisico, come si evince dalle parole del grande Ippocrate, sono note da tempi immemorabili. Non c'e' dubbio infatti che l'attivita' fisica, soprattutto se esercitata in maniera uniforme e costante nel tempo influisca positivamente su tutta una serie di parametri fisiologici, costituendo sicuramente una forma di prevenzione di numerose patologie derivanti da quella che potremmo definire, se mi consentite, la "sindrome del sedentario". Tuttavia, l'esercizio fisico, lo sport e soprattutto l'attivita' agonistica non sono scevri da effetti collaterali, che vanno tenuti in debita considerazione ed eventualmente "vigilati" e, se possibile, prevenuti. Tutto questo perche' il metabolismo aerobico durante l'esercizio fisico aumenta, incrementando a sua volta, la produzione di radicali liberi.

I radicali liberi sono solo dannosi?

Teniamo presente che l'ossigeno e' presente per il 21% nel corpo umano. La maggior parte dell'ossigeno che entra nei processi metabolici mitocondriali si lega all'idrogeno formando quella molecola che tutti conosciamo come H2O, e cioe' l'acqua, così vitale ed importante per noi. Ma l'ossigeno puo' anche essere dannoso: alcuni suoi atomi fanno parte di molecole che appunto denominiamo radicali liberi molto instabili, per la presenza di uno o piu' elettroni liberi, molto "avidi" e quindi perennemente alla ricerca di altre molecole cui attaccarsi. Si formano per "perdita" di elettroni nelle varie tappe del loro trasporto. La conseguenza di questa unione e' una degenerazione cellulare. Tuttavia essi sono anche utili in quanto il nostro organismo utilizza questa capacita' di "demolizione" contro" virus o batteri, per spezzare e utilizzare l'ossigeno del corpo e per la contrazione del tessuto liscio dei vasi sanguigni, promuovendo così una corretta circolazione nel sangue. Quando il numero dei radicali liberi e' sotto controllo si e' in una condizione di equilibrio. Un eccesso, al contrario, porta ad una serie di conseguenze quali: danni tipici dell'invecchiamento, arteriosclerosi, danni a mucose ed altre strutture cellulari ed infine alterazioni alla catena genetica del DNA. I radicali liberi utili vengono prodotti da leucociti, dall'endotelio vascolare e dai globuli rossi e la loro produzione viene mantenuta nel giusto equilibrio da enzimi quali ad es. la superossidodismutasi.

Altri fattori, poi, contribuiscono alla formazione di radicali liberi: l'inquinamento dell'aria, insetticidi e prodotti chimici presenti nei cibi, il fumo di sigaretta, le radiazioni, lo stress fisico o emotivo ed alcuni medicinali.

Attività fisica e conseguenze sulla produzione di radicali liberi

Dati recenti nella letteratura scientifica evidenziano che i radicali liberi aumentano durante l'attivita' fisica , ma le nostre difese restano adeguate ed anzi migliorerebbero grazie all'intervento di enzimi che sarebbero "sovraregolati" proprio in virtu' dell'esercizio fisico. In effetti, riscontri positivi dell'attivita' fisica sono stati visti su malattie vascolari e tumori, la cui insorgenza e' strettamente legata allo stress ossidativo. Il rischio, cioe', sembra dipendere dall'intensita' dell'esercizio fisico e dallo stato di allenamento dei soggetti in questione. Quello che allora ci si chiede è:

  • gli individui sportivi subiscono danni radicalici?
  • lo sportivo deve necessariamente integrare il suo regime alimentare con quantita' maggiori di agenti antiossidanti?


Nel caso di individui con una corretta dieta, le difese dell'organismo sono sufficienti e rispondono adeguatamente all'aumento di stress ossidativo. Per quanto riguarda la seconda domanda, non c'e' una univocita' di risposta, ma possiamo fare una serie di considerazioni ed osservazioni sulla base dei dati scientifici di nostra conoscenza. La vitamina E sembra, al momento attuale, la piu' importante sostanza antiossidante, in relazione all'esercizio fisico. Numerosi studi hanno evidenziato effetti benefici della supplementazione con vitamina E in animali da esperimento sottoposti a diete carenti di tale vitamina. Effetti dell'uso di integratori contenenti vitamina E, presi quotidianamente per tre settimane, a dosi di 200 mg/pro die, hanno mostrato effetti positivi sui livelli di pentano (marker primario dello stress ossidativo). Individui che assumono giornalmente un mix di sostanze antiossidanti (es. carotene, acido ascorbico, e vitamina E) mostrano livelli di perossidazione lipidica piu' bassa durante lo stato di riposo ed in seguito all'esercizio fisico, rispetto a soggetti non supplementati con sostante ad azione antiossidante. Un'altra sostanza antiossidante e' il selenio. L'azione antiossidante del selenio sarebbe legata alla sua incorporazione nella struttura della glutatione perossidasi e di altri enzimi, che proteggono le membrane plasmatiche dai danni provocati dai radicali liberi. Sembra che il selenio manifesti anche proprieta' antitumorali, come evidenziato da una riduzione del tasso di mortalita' legato al cancro alla prostata (71%), esofago (67%) colon retto (62%) e polmone (46%). Il potenziale meccanismo attraverso cui il selenio esplicherebbe la sua azione sarebbe nella capacita' di alterare il metabolismo cancerogeno, prevenendo gli effetti del tumore sul tumore endocrino e su quello immunitario. Il Coenzima Q10 esplicherebbe la sua azione antiossidante sia a livello della catena respiratoria sia come riciclatore della vitamina E. Anche alla vitamina C sono state ascritte proprieta' antiossidanti. Nel corso di una supplementazione e' stato osservato un decremento dell'ossidazione della guanina, una base del DNA, in oxoguanina che mostrerebbe l'azione antiossidante della stessa. Per contro, un secondo marker ossidativo, la oxoadenina, sarebbe pero' aumentata, manifestando cosi' un danno ossidativo. L'effetto ossidativo della vitamina C, comunque, sarebbe legato a dosi maggiori di 60 mg/pro die.

In conclusione, l'utilizzo di integratori per combattere lo stress ossidativo indotto dall'esercizio fisico e' un campo che richiede attenzione, prudenza e che va seguito in ambito clinico. Il consumo di una dieta adeguatamente equilibrata che comprende frutta, cereali e verdure e' una strategia alimentare gia' importante nell'ambito della prevenzione al danno da agenti ossidanti. Resta, tra l'altro, ancora da chiarire se l'azione antiossidante di tali sostanze sia legata a particolari interazioni con composti normalmente e naturalmente presenti nei cibi.

Bibliografia

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  • Jeng, K.C., et al., Supplementation with vitamins C and E enhances cytokine production by peripheral blood mononuclear cells in healthy adults. Am., J., Clin., Nutr., 64: 960, 1996.
  • Ji, L.L., Exercise and oxidative stress: role of the cellular antioxidant systems. Exerc., Sport Sci. Rev., 23: 135, 1995.
  • Kanter, M.M., Free radicals and exercise: effects of nutritional antioxidant supplementation. Exerc. Sport Sci. Rev., 23: 375, 1995.
  • Lane, H.W., Some trace elements related to physical activity: zinc, copper, selenium, chromium, and iodine. In Nutrition in Exercise and Sport. Hickson, J.E., and Wolinski, I. (eds) Boca Raton, FL: CRC Press, 1989.
Fonte: Prof. Pier Luigi Pompei


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