domenica 10 gennaio 2010

IL TESSENJUTSU. L’ARTE DEL COMBATTIMENTO DEL VENTAGLIO DA GUERRA



Usati nelle grandi cerimonie o come ornamento, i ventagli giapponesi sono considerati da sempre esemplari di artigianato di una eleganza senza pari, ma anche un’arma letale specializzata dell’epoca feudale degli shôgun Tokugawa.

Le origini

Le origini del ventaglio si perdono nei labirinti della storia orientale e si inseriscono nell’ampio raggio delle arti giapponesi: raffinate, folcloristiche, spettacolari e marziali.

In Giappone il ventaglio era largamente impiegato da individui di tutte le classi per gli usi più diversi, dall’agricoltura (per dividere riso, grano e cereali) agli elementi di estetica nelle rappresentazioni teatrali, oppure nelle arti come la danza e la poesia fino ad arrivare agli usi sociali.

L'etichetta del tempo vietava di portare armi all'interno di abitazioni e castelli, per cui i tessen venivano indossati dai samurai come parte dell'abbigliamento, come era usanza fare con i ventagli normali, che avevano un ruolo nelle buone regole della società giapponese. Venivano portati sia infilati nell'obi (la cintura) o tenuti in mano e potevano essere utilizzati come difesa improvvisata. Il ventaglio corrispondeva, infatti, anche ad un’arma letale utilizzata non solo dai valorosi guerrieri bushi, ma anche dai membri di ogni classe sociale giapponese.

La pratica

I ventagli da guerra, il gunsen e il tessen venivano ideati, collaudati e migliorati continuamente secondo il programma di studio dell’arte della spada giapponese.

NomeDescrizione del ventaglio
Sensu-gataIl ventaglio comune.
Maiohgi-gataIl tradizionale ventaglio degli spettacoli giapponesi.
SashibaPurpureo, a forma di foglia. Intessuti di giunco con un certo numero di supporti radiali e un manico piuttosto lungo che sosteneva il centro, come un raggio prolungato.
UchiwaVentaglio rigido, solitamente tondeggiante con il manico lungo.
OgiVentaglio pieghevole, simile a un settore di disco.
Bessen-gataIl ventaglio usato per dirigere le truppe militari in guerra.
GumbaiVentaglio da guerra del tipo rigido e arrotondato. Veniva utilizzato dai generali per segnalare ai luogotenenti i comandi durante uno scontro armato nel periodo Tokugawa. Questo particolare tipo di ventaglio è ancora oggi utilizzato dagli arbitri (gyoji) degli incontri di sumo.
GunsenVentaglio pieghevole portato dai bushi in armatura. Tessen Ventaglio in ferro portato con l’abbigliamento di tutti i giorni.

Le tecniche

Il tessen aveva numerose funzioni legate all’interesse del bushi: il guerriero poteva infatti usarlo in combattimento per

  • Tirare di scherma
  • Deviare coltelli e dardi avvelenati
  • Colpire un bersaglio volante

o anche per sviluppare quella coordinazione generale necessaria nella sofisticata strategia delle arti marziali giapponesi. La concentrazione richiesta è, infatti, altissima: senza compiere un singolo movimento superfluo occorre saper mostrare una consapevolezza di sé e dello spazio circostante che il guerriero comprende perfettamente quando fa il suo ingresso nel pericoloso campo in cui esercita la sua arte.

Venivano portati sul campo di battaglia sopra le bandiere del principe. Gli shogun Tokugawa usavano un ventaglio come insegna militare, che veniva portato davanti a loro per annunciare la loro presenza. Questo stendardo a ventaglio era composto di diciotto spessori di carta incollati insieme, ricoperti di seta e poi di una foglia d’oro puro. Era montato su di un’asta lunga quattro metri e mezzo, ed era fatto in modo di girare con il vento. I principi ed i guerrieri portavano, sopra i loro stendardi, ventagli di dimensioni più normali (Salvey, 35).


Oggi il tessenjutsu viene ancora praticato da pochi esperti in Giappone, mentre l’anticogumbai compare come complemento di specializzazione nell’addestramento di antiche arti da combattimento come il karate, l’aikido e il kendo. Non è solo negli aspetti tecnici che i vari sforzi richiesti dalle discipline giapponesi tradizionali convergono. Dall’arte di disporre i fiori alla cerimonia del tè e al tiro con l’arco, gli aspetti estetici, la spiritualità e le motivazioni di queste arti apparentemente differenti presentano una meravigliosa somiglianza.

I petali di un fiore che cadono senza produrre rumore sul muschio, un suono che dev’essere udito nelle profondità di una montagna… questa la perfezione richiesta nell’arte del ventaglio.

Fonti:

  • Ratti - Westbrook “I segreti dei Samurai”, Edizioni Mediterranee
  • Inazô Nitore “Bushido”, Edizioni Sannô-kai
  • Dave Lowry “Lo spirito delle arti marziali”, Oscar Mondadori

Immagini:

  • www.tadaimadojo.be/tenchitessen.htm

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