Le origini
Il Kalari Payat nasce nella regione del Kerala di Vasudeva, un piccolo stato a sud dell’India situato tra le montagne che guardano l'interno del subcontinente e le coste occidentali del Mahalabar. Il leggendario saggio indiano Parasurana, seguendo gli insegnamenti del dio Shiva, viene indicato come il fondatore di questa disciplina. Con l’obiettivo di diffondere l'arte del Kalari Payat, Parasurana costituì 108 kalari in tutto il Kerala e si adoperò affinché i suoi allievi tramandassero il suo insegnamento attraverso le generazioni. Secondo alcune teorie, il Kalari Payat potrebbe essere l'arte marziale più antica, da cui derivano tutti gli altri metodi di combattimento asiatici. Sicuramente, affiancato allo Yoga, rappresentava l'arte esterna per i guerrieri, ma era anche un metodo di salute e guarigione, utile per irrobustire, e un tipo di danza, elemento ancora oggi molto sviluppato.
La pratica Esistono nel Kalari nomi diversi per ogni luogo specifico della pratica:
Il Kalari non è solo lo spazio fisico dove si pratica l’arte, ma, nell’ottica più spirituale, il luogo di ritiro per il guerriero che compie la pujo, il rito di adorazione, prima di dedicarsi al combattimento o allo studio delle forme.
Stili del Kalari-payat | Denominazione del Maestro |
Vadakkan, stile del nord.La preparazione di base fa uso delle tecniche di gamba e dei salti. La pratica è seguita da popolazioni di ceppo ariano che parlano prevalentemente la lingua Mahalabar; era lo stile dei guerrieri Nair. | Gurukkai |
Madhya, stile centrale Stile esoterico, prende spunto dalla filosofia Suft. | Ustad |
Thekkan, stile del sud Predilige la circolarità dei movimenti. Le preparazione di base fa uso delle tecniche di braccio. Praticato dalle popolazioni Tamil. Segue la filosofia e la medicina Siddha. | Asan |
Le tecniche
L’insegnamento inizia con le tecniche di controllo del respiro, pranayama, quindi esercizi fisici per la flessibilità del corpo e, infine, uso delle armi.
Quattro le discipline insegnate:
- combattimento a mani nude
- combattimento con bastoni di bambù
- combattimento con armi
- tecniche segrete per colpire i punti vitali, marmo-adi (insegnamento riservato ai prescelti)
Un continuum tra il Kalari Payat, lo yoga e la medicina ayurvedica
Integrare gli insegnamenti dell'hatha-yoga nell'arte del Kalari Payat è un mezzo utile per incrementare la flessibilità degli arti ma soprattutto raggiungere l’equilibrio interiore attraverso il controllo della mente. Questo punto rappresenta la nota di contatto fra yoga e arte marziale: un concetto che ritorna tra gli antichi guerrieri asiatici che si sottoponevano a durissime meditazioni prima di scendere in guerra. A questo aspetto filosofico si associa la medicina ayurvedica che, grazie ai principi della tradizione indiana, si occupa della guarigione dei praticanti da contratture muscolari, problemi articolari e ferite.
Il Kalari Payat visto in veste moderna potrebbe apparire un'arte troppo tradizionale o arcaica, soprattutto se paragonata ad altre discipline marziali che puntano alla veste agonistica della loro pratica. La filosofia Kalari indica, paradossalmente, che un buon allievo non dovrebbe combattere, ma cercare la pace. La tecnica gli ha donato strumenti letali per difendersi da un nemico, ma il Maestro gli ha trasmesso la filosofia della pace: combatterà solo per proteggere sé stesso e la sua famiglia in presenza di un pericolo.
Questa è l’arte del Kalari Payat: corpo e mente che si esercitano come in una danza.
Foto tratte da: www.cvnkalari.org/ C.V.N.KALARI, Calicut - Kerala, India.
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