venerdì 29 gennaio 2010

SCI DI DISCESA: fisiologia


Lo sci di discesa presenta molti aspetti positivi. E' attività fisica relativamente facile. Si può sciare bene o male, ma è certo che tutti sono in grado di acquisire una tecnica sufficiente a destreggiarsi, soprattutto oggi ove le piste sono battute meccanicamente e ogni asperità è stata cancellata.
Inoltre, lo sci di discesa garantisce una gran bella vista e una compagnia simpatica. Infine, non è molto dispendioso dal punto di vista energetico, si sfrutta infatti l'accelerazione di gravità. La spesa energetica serve solamente a frenare la progressione e a modificare il percorso: la spesa energetica è maggiore quanto maggiore è l'effetto freno e questo è esattamente il caso di un principiante che si oppone con tutte le sue forze all'aumento della velocità.

Lo sci di discesa è disciplina fondamentalmente tecnica ad elevato contributo anaerobico: si caratterizza quindi con contrazioni elevate dei gruppi muscolari e produzione di acido lattico. La fatica del discesista e il suo ansimare in fondo alla discesa rispecchiano l'acidosi che si genera in seguito alla produzione di acido lattico. E' importate ricordare che la via di produzione dell' acido lattico consuma rapidamente glicogeno muscolare. Pertanto, malgrado il costo energetico globale dello sci da discesa sia relativamente basso (se paragonato ad esempio allo sci di fondo), non è infrequente che il soggetto manifesti ipoglicemia. Questa si rende anche maggiormente evidente in alta quota.
E' quindi utile e consigliato avere a disposizione qualche snack. La stanchezza dei muscoli alla fine di una giornata rispecchia esattamente il forte impegno anaerobico.

fonte: www.benessere.com

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