venerdì 8 gennaio 2010

L’ARTE DEL COMBATTIMENTO CON LA LANCIA



Nell’antica mitologia, il Giappone era conosciuto come “il paese dalle mille alabarde”, tanto che gli antichi bushi, pronti a partire per i campi di battaglia, erano quasi sempre raffigurati con la lancia in pugno. La lancia, come in molte altre realtà militari, era l’arma tipica della fanteria e, per significato tradizionale, veniva dopo l’arco e le frecce.

Le origini

L’arte militare della lancia (conosciuta generalmente comeyari) si sviluppò in Giappone alla fine dell’VIII secolo con la nascita della classe dei samurai. Il samurai Yoshinari Genbei Nakayama, insieme ai guerrieri del Clan Hikone, studiò ed elaborò questa disciplina fino a livelli eccelsi e fondò la scuola del Fuden Ryu. Il clan dei guerrieri medioevali di Owari e Sendai usarono largamente le tecniche e la tattica militare basata sulla scuola Fuden. L’arma d'asta tipica della fanteria era costituita da una lama diritta con punta e due tagli innestata su un'asta in legno tramite un codolo della lama. La lunghezza di lama e asta variavano in base al modello e all'utilizzo (dai due metri fino ad oltre tre metri). La lancia (mai scagliata verso il nemico come erano soliti fare gli eserciti antichi occidentali) colpiva prevalentemente di punta; il guerriero si esercitava ad eseguire attacchi ripetuti in cui la lancia, tenuta saldamente con la mano destra (arretrata rispetto la sinistra), scorreva all'interno della mano sinistra a produrre un affondo di temibile efficacia.

La pratica

Il modello e la struttura della lancia giapponese era simile a tutte le lame nipponiche per l’alta qualità, la leggerezza e la facilità con cui si poteva maneggiare. Le punte delle lance erano prodotte in molte forme e lunghezze.

Si possono comunque dividere in tre gruppi principali:

Punte di lancia diritteLa più comune, a doppio taglio, con diversi tipi specifici come il su-yari e l’omi-yari, oppure il tortuososhakujo-yari incorporato in un apparentemente innocuo bastone da pellegrino o anche la grande varietà di giavellotti come l’uchi-ne e il nage-yari.
Punte di lancia ricurveLa lama del naginata è ricurva presso la punta, dove la sua forma diventa ancora più pronunciata. Il naginata divenne famoso non soltanto per la sua enorme versatilità in combattimento, ma anche per le molte scuole che svilupparono stili complessi e straordinariamente efficaci.
Punte di lancia di varie formeEstremamente specializzate come il sasu-mata a punta forcuta e uncini o arpioni alla base usata per tagliare e trapassare un bersaglio sia frontalmente che di schiena; o anche il magari-yari , tridente con le lame laterali poste ad angoli retti rispetto a quella centrale.

Oggi, durante l’addestramento, sia negli incontri che nei kata, al posto dell’affilatissimo naginata di un tempo, si utilizza un bastone di quercia, lungo due metri, con una lama di bambù lunga cinquantadue centimetri, coperta da un puntale di cuoio.

Le tecniche

Secondo i tipi principali di lancia, vi sono due metodi:

  • Yarijutsu arte della lancia diritta
  • Naginatajutsu arte della lancia curva

I kata (esercizi di forma)

  • 1° - Hiryu no yari
  • 2° - Koryu no yari
  • 3° - Tsuki dome no yari
  • 4° - Anya no yari
  • 5° - Denko no yari
  • 6° - Yoru no ya no yari

Ciascuna arte viene praticata secondoinnumerevoli stili, che avevano tutti in comune alcune tecniche basilari:

  • Tsuki affondi
  • Kiri fendenti


È quindi un'arma riservata ad un praticante esperto e con un ottimo bagaglio tecnico. A questo punto dell'apprendimento non si possono più avere incertezze e/o lacune tecniche di alcun tipo. Infatti i bersagli preferiti dal lancere sono gli occhi, le spalle, la gola, le cosce e l'addome (hara tsuki).

Delle numerose scuole del bujutsu che un tempo insegnavano le tecniche delnaginatajutsu , soltanto pochissime (come laTendo e la Shinkage ) risultano attive ancora oggi.

Il sojutsu, o arte della lancia, veniva considerato quale arte tracotante, una professione
propria dell'individuo spietato, giacché spesso le ferite inferte da questa arma producevano un'agonia lenta e crudele. Il sojutsu abituava il bushi a ritenere la lancia un'arma
d'opportunità, più che
di impiego tattico generico. La lancia poteva essere utilizzata sia a cavallo che a terra. (...)

(...) Allenandosi con la lancia, il guerriero classico dovette pertanto apprendere l'uso
del ma-ai (distanza di combattimento) lungo, al fine di portare l'obbiettivo nel raggio della punta; per contro, grazie a tale processo, il bushi sviluppò un'abilità sorprendente nell'evitare
il ma-ai lungo laddove si trovasse ad affrontare il lancere con la propria arma di base, la spada.

(Tratto da: " Donn F. Draeger, op. cit.")

Il fluire armonioso delle tecniche di attacco e difesa fanno della disciplina della lancia uno dei metodi di coordinazione più efficaci; oggi queste scuole sono frequentate soprattutto da donne che usano il naginata non tanto come metodo di combattimento, quanto come opportunità di integrazione mentale e fisica.

Fonti:

  • Ratti - Westbrook, “I segreti dei Samurai”, Edizioni Mediterranee
  • Donn F. Draeger “Bujutsu Classico, Le arti marziali giapponesi come discipline spirituali”, Edizioni Mediterranee
  • Japan Naginata Federation: http://naginata.jp/index.html

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